Siccità del Po: ecco cosa sta causando la mancanza di pioggia per il fiume ma soprattutto per i campi e i Comuni strettamente limitrofi. Preoccupazioni e possibili soluzioni.
Siccità del Po, cosa succede
Nel Po è crisi siccità: è scattato l’allarme nei giorni scorsi a causa, in particolare, della mancanza di piogge. “Questi valori non si vedono da circa 70 anni”, sono state le parole arrivate direttamente dall’Osservatorio sugli utilizzi idrici che sta facendo riflettere ma allo stesso tempo preoccupare.
In più, questa siccità “sta causando gravi preoccupazioni per i produttori agricoli e il conseguente rischio sulla disponibilità di cibo“: è stata la denuncia di Coldiretti regionale, che attraverso il suo presidente Ettore Prandini si parla già di importanti danni “per oltre un miliardo a seguito del calo delle produzioni agricole”.
Cosa è stato chiesto per 125 Comuni?
A La Repubblica, Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino (AdBPo), ha chiarito ancora di più la gravità e sottolineato che probabilmente ai Comueni, verrà chiesto di agire in corresponsabilità perché, sottolinea Berselli “abbiamo altri due fattori molto importanti. La temperatura è più alta di 2-3 gradi, in alcuni punti anche quattro gradi, rispetto alla media del periodo. E manca completamente la risorsa della neve, quindi il magazzino e lo stoccaggio in montagna” di acqua.
La conseguenza di tutto ciò è che “abbiamo delle aree che possono rimanere senz’acqua. Allora bisogna innescare uno spirito di sussidiarietà tra i territori, per cui i prelievi idrici vanno controllati, vanno verificati, e dobbiamo portare acqua a tutti. Altrimenti dobbiamo intervenire immediatamente con la Protezione civile. La situazione è davvero molto delicata”.
Così Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, ha chiesto ai sindaci di 100 comuni piemontesi e 25 lombardi di attuare sospensioni notturne per alzare i livelli dei serbatoi, emettendo ordinanze mirate ad un utilizzo essenziale dell’acqua.
Un’altra idea, secondo l’associazioni degli agricoltori, potrebbe essere la realizzazione di una rete di piccoli invasi “con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente”. Il progetto, aggiunge Coldiretti, “è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.
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