Da Roma a Berlino, da Londra a New York, è allarme caro carburanti. Sabato nel nostro Paese si sono registrati nuovi movimenti al rialzo sui prezzi raccomandati: in particolare Eni e IP hanno rivisto al rialzo di due centesimi benzina e diesel, Tamoil di due centesimi la verde e di tre il diesel. Assorbendo il giro di aumenti dell’ultima settimana i prezzi alla pompa risultano di conseguenza in forte crescita.
Eni e IP hanno rivisto al rialzo di due centesimi i prezzi di benzina e diesel, Tamoil di due la verde e di tre il diesel
Venendo al dettaglio della rete italiana, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mise aggiornati alle 8 del12 giugno, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,043 euro/litro. Il prezzo medio praticato del diesel self si porta a 1,972 euro/litro. Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato aumenta a 2,167 euro/litro. La media del diesel servito arriva a 2,102 euro/litro. I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,835 a 0,850 euro/litro. Infine, in lieve calo il prezzo medio del metano auto che si colloca tra 1,704 e 1,891.
Una nuova impennata dei prezzi che porta Roma e Berlino a interrogarsi sugli effetti provocati dal taglio delle accise deciso dai rispettivi Governi. E alla luce dei rincari si può dire che tanto in Germania quanto in Italia lo sconto fiscale ha davvero portato poco giovamento agli automobilisti. I diversi Paesi cercano di correre ai ripari come possono.
Il Governo tedesco ha fatto sapere che rafforzerà i poteri dell’Autorità Antitrust per metterla in grado di contrastare meglio e con maggiore rapidità eventuali speculazioni sul mercato dei carburanti. E l’Authority britannica per la concorrenza e il mercato ha annunciato l’avvio di un’indagine lampo sull’impennata record dei costi della benzina alla pompa. E In Italia?
Ci sarà un nuovo decreto su bollette e carburanti
Ci sarà un nuovo decreto su bollette e carburanti, annuncia la sottosegretaria al Mef Alessandra Sartore. La scorsa settimana il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha spiegato che un’eventuale proroga dello sconto sui carburanti (che scade l’8 luglio) “dipende da quale sarà la situazione economica e finanziaria. È difficile fare previsioni. Vedremo quale sarà l’andamento. L’aumento attuale dei prezzi è dovuto a un aumento del costo del greggio”. E alle speculazioni.
Nei primi cinque mesi dell’anno da 1.320 interventi mirati sul prezzo praticato dei distributori di carburante agli automobilisti la Guardia di Finanza ha rilevato 690 violazioni. In pratica poco più di un illecito ogni due verifiche (52,3%). Si tratta di violazioni che riguardano sia la comunicazione obbligatoria al ministero dello Sviluppo economico del costo alla pompa di benzina sia il rispetto degli obblighi di comunicazione ed esposizione dei prezzi. Non pochi i casi in cui le Fiamme gialle hanno rilevato frodi, manovre anticoncorrenziali o addirittura pratiche commerciali scorrette.
E così tra sospetti di speculazioni e il rischio che le tensioni internazionali alimentino ulteriormente l’impennata, cresce il pressing dei partiti sul Governo di Roma perché intervenga per contenere le ricadute su famiglie e imprese già stremate da mesi di rincari.
La misura di un tetto al prezzo di vendita dei carburanti per tutta l’estate arriva dal Partito democratico (la proposta spunta tra i 2.337 emendamenti presentati al decreto Aiuti) che propone di fissarlo per 60 giorni con un Dpcm. L’idea trova il plauso dei consumatori, secondo cui anzi la misura non va limitata all’estate ma estesa a tutto l’anno. C’è “necessità di rinnovare entro giugno gli sconti per benzina e diesel, oltre alle bollette di luce e gas”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini.