Spread oltre i 230 punti, variazioni anche per Btp e Bund: quali sono i rischi economici che l’Italia potrebbe trovarsi ad affrontare?
Spread oltre i 230 punti, variazioni anche per Btp e Bund dopo l’annuncio della Bce
L’Italia e l’Europa intera sono in difficoltà dopo il recente annuncio della Bce sull’inasprimento che a partire dal mese di luglio travolgerà i tassi, senza che i Paesi più vulnerabili possano beneficiare di un ipotetico scudo per scongiurare sbalzi nella sostenibilità del debito. In questo contesto, si inserisce anche il caso dell’Italia che fa da anni i conti con livelli elevati di indebitamento pubblico.
Con il Btp decennale al 3,83% e il Bund tedesco a 10 anni a 1,49% che hanno portato i titoli di Stato a livelli d’allerta nella giornata di venerdì 10 giugno, cosa rischia realmente l’Italia?
Lo spread ha raggiunto i 233,8 punti con un balzo pari a +9,125% ma, nella giornata di venerdì 10, sono stati osservati anche picchi di 235 punti. Il futuro e i rischi ai quali va incontro l’Italia sono stati commentati dal Mark Dowding di BlueBay che ha dichiarato: “Per il momento, sembra che gli spread delle zone periferiche debbano ancora aumentare pima che i policymarker sentano il dovere di agire”.
In Italia, il pericolo di un deterioramento del debito è elevato, secondo alcune analisi condotte sul tema, ma il Paese possiede al contempo una posizione sostenibile e particolarmente solida.
Cosa significa e cosa rischia l’Italia
Su spread oltre i 230 punti, è intervenuto anche Myles Bradshow di JP Morgan Asset management. Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore, infatti, Bradshow ha osservato che, anche se lo spread è aumentato e i rendimenti elevati impattano in modo negativo sui portafogli bancari con obbligazioni, la situazione patrimoniale complessiva degli istituti di credito appare granitica e non dovrebbe affrontare significative difficoltà.
Inoltre, ha dichiarato: “Prima che l’aumento dei tassi abbia un impatto significativo sul costo del debito e sui conti pubblici servirà tempo”.
L’Italia, poi, può fare affidamento sul piano Pnrr anche se è comunque necessario monitorare con attenzione lo spread in considerazione del periodo finanziario ed economico nazionale, europeo e internazionale molto complesso che si sta attraversando.