Tra poche ore si potrà dire: alea iacta est, il dado è tratto. I giochi saranno fatti e non resterà altro che lasciare spazio agli elettori per il voto decisivo che decreterà i vincitori e gli sconfitti di questa tornata di elezioni amministrative. Parliamo d’altronde di circa mille comuni e oltre 19mila candidati complessivi.
Sono circa mille i comuni chiamati al voto e oltre 19mila candidati complessivi
Ma ovviamente, come accade spesso in queste circostanze, le partite si giocheranno su più piani: quello comunale, certamente, ma anche quello nazionale. Perché portare a casa un bel bottino di urne vittoriose significa accrescere – o diminuire – il proprio peso specifico. Nei rapporti col governo ma anche all’interno delle coalizioni rispettive.
Quali sono le città su cui sarà maggiore l’attenzione della politica e dei media?
Ma quali sono le città su cui sarà maggiore l’attenzione della politica e dei media? Partiamo innanzitutto col dire che il centrodestra parte da una posizione di vantaggio nella consultazione. Tra le 26 città più grandi sono infatti 18 quelle guidate da giunte sostenute da coalizioni di centrodestra con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Tre sono amministrate dal Pd, due da indipendenti di centrosinistra, infine tre da liste civiche. Le sfide più importanti sono quelle di Genova e Palermo. Nel capoluogo ligure il sindaco uscente, il civico Marco Bucci, è sostenuto da una coalizione più estesa di quella classica di centrodestra con cui è stato eletto al primo mandato. Appoggiato anche dai centristi di centrosinistra, come Azione e Italia viva, Bucci è il favorito tra i sette candidati in corsa. A sfidarlo troverà Ariel Dello Strologo.
A Palermo, per la successione a Leoluca Orlando, che termina il secondo mandato, la sfida è a sei. Partito democratico, M5s, Sinistra civica ecologista e la lista civica Progetto Palermo, sostengono Franco Miceli. Mentre, sul fronte opposto, dopo settimane di liti e candidati di bandiera, il centrodestra unito schiera Roberto Lagalla, vicino all’Udc. E qui le tensioni non sono di poco conto considerando che ci sono parlamentari pentastellati che appoggiano candidati che non sono del Movimento, e dall’altra un candidato sindaco non così ben voluto dalla Lega che avrebbe preferito Francesco Cascio.
Nell’altra grande città siciliana al voto, Messina, invece, il centrodestra corre effettivamente diviso. La Lega sostiene la candidatura di Federico Basile, ex direttore generale del Comune proposto dal sindaco uscente Cateno De Luca, mentre gli altri partiti della coalizione hanno scelto di puntare su Maurizio Croce. Il centrosinistra schiera infine su Franco De Domenico.
Centrodestra diviso anche a Catanzaro. Forza Italia, Lega e Udc sostengono Valerio Donato, appoggiato anche da Italia viva, mentre Fratelli d’Italia candida Wanda Ferro. Il Partito democratico e il Movimento 5 stelle propone invece Nicola Fiorita. Altri due casi in cui la coalizione di centrodestra si è divisa sono quelli di Verona e Parma. Nella città scaligera il sindaco uscente di FdI, Federico Sboarina, rischia di non vincere al primo turno, ostacolato dalla corsa dell’ex leghista Flavio Tosi, sostenuto da FI e da Iv, ma non dalla Lega che appoggia Sboarina.
Mentre il centrosinistra tenterà di espugnare la roccaforte di destra con Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma del terzo scudetto (sostenuto da Pd, M5s e Azione). Parma viene da due mandati dell’ex sindaco M5s Federico Pizzarotti, che dopo aver lasciato M5s, con la sua formazione Italia in Comune, si è avvicinato al Pd. I ‘fan’ di Pizzarotti sosterranno, insieme al Pd e alla sinistra, ma senza i pentastellati (che non presenteranno la propria lista), l’assessore alla Cultura Michele Guerra sostenuto anche da Iv (ma non da Azione, che presenta il suo Dario Costi).
Il centrodestra è spaccato: Lega e Forza Italia sostengono l’ex sindaco Pietro Vignali. Fratelli d’Italia ha deciso di puntare su Priamo Bocchi. Infine, a Gorizia, corre per un secondo mandato l’attuale sindaco Rodolfo Ziberna, sostenuto da tutto il centrodestra. Diviso il centrosinistra, con il Partito democratico e il Movimento 5 stelle che appoggeranno la corsa di Laura Fasiolo, mentre Azione insieme a Gorizia 3.0 sarà con Antonio Devetag.
E i Cinque stelle? Altra particolarità di quest’elezione è il ruolo marginale giocato dai pentastellati che non candidano alcun primo cittadino, ma sono in coalizione col Pd. E in molte altre città neanche c’è il simbolo. Due casi eloquenti su tutti: Parma, città in passato simbolo del trionfo a Cinque stelle; e la Sicilia dove il Movimento è presente in tre città su oltre 200 comuni al voto.