Un topo in trappola. Così si è sentito Luca, il ragazzo che l’8 giugno scorso è rimasto bloccato all’interno della metro A di Roma, alla fermata di Subaugusta. Perché? Perché, costretto sulla sedia a rotelle, non poteva uscire in nessun modo visto che gli ascensori erano fuori servizio. Se è riuscito a tornare in superficie è solo grazie a quattro cittadini che lo hanno aiutato.
Un giovane in sedia a rotelle è rimasto bloccato all’interno della metro A di Roma
Una scena purtroppo vista e rivista a Roma dove troppo spesso le persone con disabilità, gli anziani o chi ha bambini con passeggini, si ritrova a fare i conti con un servizio di trasporto pubblico che non è all’altezza di una Capitale europea.
“Voglio che i miei diritti siano riconosciuti”, racconta Luca, “non è possibile che non possa andare dal dentista perché resto bloccato in una stazione della metropolitana di Roma. Sono stufo, non ce la faccio più. Non è possibile che il trasporto pubblico della Capitale non mi consenta di andare ad un appuntamento. In questa stazione gli ascensori direzione Battistini e Anagnina sono fuori uso. Neanche quello piano strada funziona. Mi sento in trappola, peggio di un topo!”.
La rabbia e l’indignazione di Luca sono palpabili così come quelle di tanti altri utenti che spesso si sfogano sui social raccontando le disavventure dei loro viaggi quotidiani in metro. Su un gruppo Facebook una donna segnala un disservizio all’interno della fermata Eur Fermi dove l’ascensore non funziona quasi mai. Racconta di aver provato a segnalare tramite pec il problema e di aver suonato anche il campanello di assistenza sul posto, ma senza ricevere mai alcuna risposta.
E così si ritrova costretta ogni volta a caricarsi il passeggino del figlio per raggiungere l’uscita. Quattro giorni fa un altro utente ha comunicato invece un guasto agli ascensori della fermata Arco di Travertino, chiedendosi giustamente come avrebbe potuto cavarsela un invalido. Quello di Luca, infatti, non è un caso isolato.
Basta andare sul sito ufficiale di Atac per farsi un’idea della situazione
Basta andare sul sito ufficiale di Atac, l’azienda romana di trasporto pubblico, per farsi un’idea della situazione. Nella pagina “Accessibilità stazioni metroferroviarie” c’è l’elenco di tutte le stazioni con l’attuale situazione di accessibilità. Le parole “fuori servizio” ricorrono ben 32 volte e l’inefficienza interessa tanto le linee A, B e C, quanto la Roma-Lido e la Roma-Viterbo. I montascale non sono attivi nelle stazioni di Lepanto, Colli Albani, Arco di Travertino, Porta Furba, Numidio Quadrato, Lucio Sestio e Giulio Agricola.
Così come nella centralissima fermata di piazza di Spagna non funzionano gli ascensori che collegano via del Bottino a Trinità de Monti. A Cinecittà poi ascensori e montascale smettono di funzionare alle 15 perché, salvo rare eccezioni, il funzionamento degli impianti è legato alla presenza degli operatori di stazione, in mancanza dei quali gli impianti devono essere disattivati. E questi sono solo una parte dei problemi che riguardano la linea A.
L’elenco è lungo e fa emergere in tutta la sua gravità una città che ostacola e discrimina una parte dei cittadini. Nonostante Roma Capitale, come si legge sul sito di Atac, sia “impegnata da tempo nel progressivo abbattimento delle barriere architettoniche presenti sul territorio urbano allo scopo di assicurare ai cittadini con disabilità, temporanee o permanenti, la migliore fruibilità dei servizi alla mobilità”, è evidente che il lavoro da fare sia ancora tanto.
Dal Pd nel frattempo arrivano le scuse. A farsene portavoce è la consigliera capitolina Erica Battaglia che si dice certa di un’imminente riunione sul tema “per fare il punto con tutti gli attori coinvolti e cambiare immediatamente direzione”.