Buoni pasto potrebbero non essere più accettati da supermercati e ristoranti. Scatta l’allarme ma anche la protesta che nei prossimi giorni porterà agitazioni nelle piazze delle città italiane per mandare un messaggio chiaro.
Buoni pasto, quando e perché non verranno più accettati?
Ristoranti e supermercati ancora in protesta per i buoni pasto. Il 15 giugno Confcommercio Fipe, Fida Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Ancd Conad scenderanno in piazza per protestare per le commissioni troppo elevate e tempi di rientro troppo elevati.
Quindi, se le richieste non dovessero essere ascoltate, i ticket potrebbero non essere più accettati nelle attività commerciali. In una nota distribuita da Fiepet Confesercenti Modena e Fipe Confcommercio spiegano che “Per ciascun buono da otto euro il bar, il negozio alimentare o il supermercato ne incassa poco più di sei. Una volta scalati anche gli oneri di gestione quelli finanziari si registra un deprezzamento del 30%”.
La denuncia: “Non li accetteremo più”
Si tratta di “una situazione insostenibile” spiegano i rappresentanti, “non si può chiedere a un’azienda di lavorare in perdita con uno sconto del 20%”. Dunque, c’è la minaccia che i buoni pasto possano non essere più accettati.
Di fronte alla denuncia dei ristoratori e aziende di supermercati sono arrivate anche le proteste dell’associazioni di consumatori. A partire dal Codacons che nel caso i ticket venissero rifiutati presenterà “una valanga di denunce in tutta Italia e avvierà una formale class action a tutela dei lavoratori danneggiati, volta a far ottenere loro il risarcimento dei danni patrimoniali subiti”. Anche Assoutenti si prepara con “una campagna di boicottaggio contro le catene commerciali invitando gli italiani a non fare la spesa presso i punti vendita delle società coinvolte”. E per Unione Nazionale Consumatori “è chiaro che se un esercizio rifiuterà i buoni pasto sarà nostra cura segnalarlo per la revoca della convenzione per il grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali”.