Ora non ci sono più alibi. C’è l’accordo politico tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue sulla direttiva europea che punta a introdurre il Salario minimo. Ad annunciarlo, quasi all’alba con un tweet, è stata la stessa la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali dell’Europarlamento.
Salario minimo, ora la direttiva dovrà essere approvata da Parlamento e Consiglio Ue
L’accordo sulla direttiva Ue, giunto al termine di una riunione fiume che si è protratta per diverse ore, ha tra i suoi principali sponsor la presidenza francese dell’Unione europea, che adesso vede come fortemente possibile l’approvazione definitiva del testo già per la fine di giugno, dunque in concomitanza con il termine della sua presidenza di turno.
Ora sul Salario minimo il primo passo è fatto. Ora si dovrà esprimere la plenaria del Parlamento, poi seguirà la ratifica del Consiglio Ue e la ricezione da parte dei singoli Stati membri. “Una tappa importante per l’Europa sociale” ha commentato la presidenza di turno francese dell’Ue. “Nel pieno rispetto delle diversità nazionali – si legge nel tweet – il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell’Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva”.
“La protezione del Salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell’UE – ha spiegato ancora la Commissione -, sia attraverso Salari minimi legali e contratti collettivi, sia esclusivamente attraverso contratti collettivi. Garantire che i lavoratori percepiscano salari adeguati è essenziale per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro e per costruire economie e società eque e resilienti. Tuttavia, alcuni lavoratori risentono di una scarsa adeguatezza o di lacune nella copertura della protezione del salario minimo”.
La nuova direttiva, sui cui la politica europea ha trovato un punto di caduta, dopo mesi di dibattito, mira a stabilire un quadro europeo “per migliorare un’adeguata protezione del Salario minimo”. “Ciò – hanno spiegato dall’Ue – avverrà nel pieno rispetto delle tradizioni e delle competenze nazionali nonché dell’autonomia delle parti sociali”. Dunque la norma sul Salario minimo europeo non chiederà agli Stati membri di introdurre salari minimi legali, né stabilirà un livello salariale minimo comune.
“A Strasburgo è stato raggiunto l’accordo sulla direttiva Ue sul Salario minimo. Il Movimento 5 Stelle – ha sottolineato l’ex premier Giuseppe Conte – da anni porta avanti questa battaglia. Non ci sono più scuse per nessuno: approviamo subito la nostra proposta, eliminiamo la vergogna degli stipendi da fame per milioni di lavoratori”.
L’accordo raggiunto nella notte a Strasburgo, per i membri M5S nelle Commissioni Lavoro e Politiche Ue, “è un passo avanti fondamentale”. “Da anni – sottolineano i parlamentari pentastellati – il Movimento 5 Stelle combatte una battaglia per introdurre questa misura anche nel nostro Paese, così da migliorare la condizione di milioni di lavoratori che percepiscono paghe da fame. In tanti però hanno preferito voltarsi dall’altra parte”.
“Ora che ‘ce lo chiede l’Europa’ – questo non sarà più possibile. La direttiva, a cui il M5S, con la nostra collega Daniela Rondinelli, ha lavorato attivamente, fissa dei criteri per salari minimi adeguati ed equi e per contrastare la concorrenza sleale e il dumping sociale. Si è già perso troppo tempo. La nostra proposta è pronta per essere votata, approviamola subito”.
“Questa direttiva – ha sottolineato, invece, l’europarlamentare del M5S, Daniela Rondinelli.- rappresenta una rivoluzione copernicana per il mercato del lavoro italiano macchiato da oltre 300 contratti pirata che hanno alimentato il vergognoso fenomeno dei lavoratori-poveri: oltre 3 milioni di cittadini sottopagati che non hanno diritto a una retribuzione equa e quindi a un tenore di vita dignitoso. Questa direttiva porterà inoltre a una convergenza verso l’alto dei salari di tutti i lavoratori e metterà fine alla piaga degli stage e tirocini gratuiti”.
“Per il Movimento 5 Stelle – afferma ancora Rondinelli – questo è un tema di massima priorità. L’inflazione alle stelle che sta erodendo il potere di acquisto degli italiani impone un’accelerazione nel processo di recepimento della direttiva, aspettare l’ultimo minuto significherebbe voltare le spalle a milioni di lavoratori che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Non applicarla, come vorrebbe qualche esponente di centrodestra, significherebbe esporre il nostro Paese alle sanzioni europee e a un pericoloso conflitto con la Corte di Giustizia europea”.
“La strada – conclude l’europarlamentare M5S commentando l’intesa sulla direttiva Ue per il Salario minino – è tracciata, contro l’emergenza sociale rappresentata dai salari da fame si risponde recependo alla lettera e a tempo di record la direttiva europea sui salari minimi”.