di Davide Vecchi dal FATTO QUOTIDIANO
Una assicurazione sanitaria integrativa per i senatori del Pd costa al gruppo democratico di Palazzo Madama 87 mila euro. Soldi usciti dalle casse del gruppo. Che per pagare i 46 dipendenti e i sette collaboratori spende 156 mila euro netti ogni mese. Dall’otto maggio al 30 luglio scorso il gruppo Pd del Senato ha speso circa un milione di euro di soldi pubblici. Le voci vanno dai 4 mila euro pagati per rinnovare i permessi di ingresso alla zona a traffico limitato di Roma ai 3 mila di abbonamento alla rivista Astrid diretta dall’ex ministro Franco Bassanini, fino ai 300 per i fiori da inviare alla “commemorazione Aldo Moro”. Queste sono alcune delle voci della rendicontazione del gruppo del Partito Democratico al Senato relativa ai primi mesi di legislatura e che tutti i partiti sono tenuti a rendere noti per la trasparenza. Il regolamento del Senato prevede anche la verifica dei conti da parte di una società di revisione contabile, ma Palazzo Madama non l’ha ancora nominata. Del resto i tagli ai costi era una priorità. Appunto. E così, con la società ancora fantasma, ognuno decide da solo quanto essere trasparente. Il Movimento 5 Stelle è l’unico ad aver pubblicato nel dettaglio le singole uscite e così si scopre che i senatori per trovare casa a Roma si sono affidati ad alcune agenzie immobiliari pagando complessivamente quattro mila euro di commissioni. Tra le voci è stata inserita anche la “stiratura telo” costato 30 euro. Decisamente meno dettagliato il resoconto del Pdl infarcito di generici “rimborso spese”, “ufficio postale” e “bar per riunione” con voci da appena 3 e 7 euro. Ma ci sono anche 29 mila euro versati dal gruppo del Pdl al Senato il 12 luglio scorso alla Ghial media: la società di Alessandra Ghisleri, storica spin doctor di Silvio Berlusconi, al quale cura l’immagine e la strategia comunicativa oltre a confezionare sondaggi di fiducia. Infine la Lega Nord, memore dei tempi dell’ex tesoriere Francesco Belsito e delle case e cene pagate ai leader e leaderini del vecchio corso, ha deciso di pubblicare nel dettaglio tutto. Il capogruppo al Senato Massimo Bitonci ne ha quasi fatto una questione personale e pubblica ogni spesa del gruppo sul suo sito. Per dire alla voce spese telefoniche corrisponde un’uscita di 192,71 euro. E così si sente legittimato, Bitonci, a sparare sui senatori 5 Stelle che dichiarano 11 mila euro di telefonino a bimestre. Una cifra non esorbitante per un partito attivo. Ma certo, visti i tempi, per la Lega il problema forse è la mancanza di interlocutori.