“Sono 19 milioni le persone che hanno debiti con il fisco. Le abbiamo individuate, ma a chi conviene metterle tutte in cella?”. È quanto ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, intervenendo al Festival Internazionale dell’Economia per presentare il suo libro, “Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 a oggi” edito da Feltrinelli.
Evasori fiscali, per il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini non conviene arrestare chi non paga le tasse
“Le tasse sono uno strumento per avere uno stato democratico. Pagare le tasse – ha aggiunto il numero uno delle Entrate a La Stampa – non fa piacere a nessuno e farle pagare fa ancora meno piacere, ma è la cartina di tornasole dell’inciviltà di un Paese perché si fanno pagare le tasse ad esempio per retribuire gli stipendi ai medici che ci salvano la vita”.
“Lo Stato – ha detto Ruffini – ha dovuto tagliare la spesa sanitaria perché non ci sono abbastanza risorse. Eppure, negli ultimi 20 anni, abbiamo un patrimonio di soldi non pagati di mille e cento miliardi. La scorciatoia è non rendersi conto che si sta segando il ramo su cui si è seduti. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte, invece si fa finta di nulla, negli anni con la complicità della politica”.
“La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto”, sottolinea Ruffini. “Preferiamo mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività? Sono 19 milioni gli italiani che hanno cartelle esattoriali aperte, 16 milioni di persone fisiche e 3 milioni di società, ditte, partite iva”.
“Li abbiamo individuati, il problema è la riscossione – ha detto ancora il numero uno delle Entrate parlando degli evasori fiscali – , non identificare gli evasori. Il mio sistema ideale è che i cittadini sappiano che chi non paga viene intercettato e deve per forza versare quanto non ha dato. Se così fosse, chi sarebbe così autolesionista da evadere?”.
“È una delega, aspettiamo di vedere la norma delegata per esprimere un giudizio. La cosa a cui tengo di più – evidenzia Ruffini parlando della riforma fiscale – è la semplificazione delle norme. Prima bisogna fare ordine, poi si può vedere quali regole si possono cambiare. Altrimenti si fa altra confusione. Faccio un esempio: non si può ristrutturare casa senza prima svuotarla”.