Voleva fare le scarpe all’Ad della Rai. Ma Orfeo è finito bastonato Fuortes

Dopo appena sei mesi dalla nomina, l'Ad della Rai Carlo Fuortes ha revocato l’incarico di Direttore degli Approfondimenti a Mario Orfeo.

Voleva fare le scarpe all’Ad della Rai. Ma Orfeo è finito bastonato Fuortes

Qualcuno l’ha definito un fulmine a ciel sereno, altri si sono trincerati dietro il più classico dei no comment. Quel che è certo è che la decisione dell’Amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, di dare il benservito a Mario Orfeo revocandogli l’incarico di Direttore degli Approfondimenti giornalistici, non se l’aspettava nessuno. Eppure è proprio quello che è successo ieri, dopo appena sei mesi dalla nomina.

L’Ad della Rai Fuortes ha revocato l’incarico di Direttore degli Approfondimenti a Mario Orfeo

A sganciare questa ‘bomba mediatica’ che ha già sollevato un polverone politico, è stato Dagospia. Difficile capire cosa sia successo dietro alle quinte anche se non c’è dubbio che materialmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la mancata presentazione dei palinsesti da parte di Orfeo. Ma questo non sarebbe nulla più che un casus belli arrivato al culmine di una lunga sequela di attriti tanto che nei corridoi di viale Mazzini c’è chi giura che l’ex direttore quasi settimanalmente criticava l’operato dell’amministratore in presenza di altre persone.

Altri vociferano che avrebbero avuto un peso nella rottura tra i due anche il caso Bianca Berlinguer, la conduttrice del programma di Rai3 Cartabianca finito nel mirino della critica per aver dato ampio spazio a ospiti filorussi. Altra partita che potrebbe aver influito è quella delle presunte pressioni su Report per le quali, qualche mese fa, si vociferava di una possibile riduzione delle puntate che poi non c’è stata.

Secondo Dagospia, però, ci sarebbe anche un’ulteriore circostanza ossia l’ultimo numero de Il Foglio con “il giornale draghiano diretto da Cerasa che ha apparecchiato ben tre paginate contro di lui (Fuortes, ndr)”. Ma in Rai molti mettono in relazione quanto accaduto anche con il piano industriale, da tanti giudicato disastroso, messo in piedi da una società esterna che non poteva conoscere le dinamiche interne all’azienda pubblica.

Tra i nodi più critici c’è la divisione in generi che non solo non sta dando i frutti sperati ma sta perfino mettendo in crisi l’identità stessa della Rai, quella che in passato era stata la forza del servizio pubblico, dando luogo a un preoccupante appiattimento tra reti e programmi. Altro problema, tutt’altro che secondario, è il fatto che tale piano ha previsto che l’intero settore dell’informazione – che ha un bacino d’utenza di circa 13 milioni di persone – è finito nelle mani di una sola persona, il direttore dell’approfondimento appunto.

Quel che è certo è che la revoca di Orfeo ha creato scompiglio. “La sostituzione della direzione di un settore di rilevanza strategica per l’informazione pubblica, peraltro in periodo di par condicio elettorale, non può avvenire senza che vengano rese note le motivazioni nonché le azioni che l’azienda intende mettere in atto per coprire rapidamente tale posizione” ha spiegato il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, il senatore Alberto Barachini, annunciando la convocazione di Fuortes.

Stupore per la decisione viene espresso da Pd, Italia Viva e da Forza Italia. In particolare l’azzurro Maurizio Gasparri ha colto la palla al balzo per polemizzare sostenendo che trova incredibile vedere “una Rai che lascia straparlare Ranucci, che nelle ultime due puntate ha sostenuto tesi farneticanti sulle stragi di mafia, smentito da Procure siciliane, una Rai che lascia commentare la guerra in corso ad improbabili professori di dubbia fama, e che invece interviene su Orfeo, dopo essere rimasta inerte di fronte a programmi scandalosi”.