Decolla la sfida per acquistare dal Tesoro la compagnia aerea Ita Airways, mentre precipita la polemica sullo stipendio del presidente della società, Alfredo Altavilla, per cui solo 400mila euro l’anno sarebbero “un insulto (!) alla sua storia”.
Il presidente della compagnia Ita Alfredo Altavilla protesta per lo stipendio
Una faccenda che conclude secondo le peggiori tradizioni la vicenda di Alitalia, sempre generosa quando c’era da pagare i manager, a cominciare da quelli che l’hanno affossata. Ma andiamo per ordine. Entro i termini previsti per presentare le offerte di acquisto vincolanti, lunedì scorso, si sono presentati due gruppi. Il primo è la cordata Lufthansa-Msc, che se la dovrà vedere col fondo Certares, in partnership commerciale con Air France-Klm e Delta Air Lines.
In attesa di vedere per quale proposta opterà il Ministero dell’Economia, azionista al 100% del vettore, ad animare il dibattito è stata l’uscita del presidente esecutivo di Ita, Altavilla. Il manager, ex uomo Fiat con Marchionne, era già riuscito a farsi notare per i rapporti a dir poco ruvidi con i sindacati e gli scontri costanti con l’Ad Fabio Lazzerini e il Cda.
Aver definito un insulto il proprio stipendio da 400mila euro lordi, a cui se ne possono aggiungere altrettanti di parte variabile, però batte tutto. “È poco visto l’enorme lavoro svolto in favore di Lufthansa”, ha ironizzato il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, contrario alla cessione di Ita a una compagnia estera. Duro anche il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, secondo cui quelle di Altavilla sono parole fuori dalla realtà, intrise di arroganza.