Da tempo ha ingaggiato una battaglia contro i poveri e oggi rilancia una sua vecchia idea: quella di un referendum abrogativo sul reddito di cittadinanza. La proposta risale a quasi un anno fa. Ora la ritira fuori dal cassetto. Matteo Renzi, ovvero colui che fece indignare mezza Italia sostenendo, per confutare la bontà della misura bandiera del M5S, che “la gente deve soffrire, rischiare, provare, correre, giocarsela”, oggi ritira fuori il referendum abrogativo.
Renzi da tempo ha ingaggiato una battaglia contro i poveri. È quella del referendum abrogativo sul Reddito di cittadinanza
“Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme“, annuncia il leader di Iv. Una dichiarazione di guerra ai poveri, poverissimi che, secondo gli ultimi dati Inps diffusi ieri, prendono in media un assegno di 561 euro, che suona più come l’ennesima provocazione che come una minaccia concreta.
La legge, nello specifico l’articolo 31 della 352 del 1970, prevede che non possa essere depositata richiesta di referendum “nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”.
Visto che la legislatura scadrà a marzo 2023, nel 2022 e nel 2023 non potrà essere depositato nulla. Le richieste potranno ricominciare a partire da gennaio 2024 e di conseguenza l’eventuale referendum potrà essere indetto solo tra metà aprile e metà giugno 2025. Fatto sta che l’ultima boutade di Renzi scatena l’ira dei Cinque Stelle.
“Al peggio non c’è mai limite. Non solo non si interessano delle persone in difficoltà, ora le umiliano anche”, dice il leader del M5S, Giuseppe Conte. Che mette sullo stesso piano Giorgia Meloni, leader di FdI e Renzi: I due, spiega, si intendono benissimo, soprattutto su un punto: “forti con i deboli e molto sensibili, invece, verso gli interessi di chi già conta, e tanto”.
La senatrice Daniela Santanchè, collega di partito di Meloni, dice Conte, va in tv a puntare il dito contro un ex imprenditore in situazione di difficoltà, che percepisce il reddito di cittadinanza. Lo umilia pubblicamente accusandolo di non essere un esempio dignitoso per i suoi figli e intimandolo di andare a lavorare perché è “robusto” e “paffuto”.
“Sono dei Robin Hood al contrario – accusa Conte – tanto che alcune settimane fa il partito di Meloni ha lanciato una brillante proposta: togliere reddito e pensioni di cittadinanza agli italiani che non riescono a sopravvivere per investire sulle armi, con occhio molto attento alle lobby di settore”.
Conte: “Nella guerra agli ultimi, spicca anche il redivivo Renzi, che non accetta mai di farsi superare, soprattutto negli errori”
E ancora: “Nella guerra agli ultimi, spicca anche il redivivo Renzi, che non accetta mai di farsi superare, soprattutto negli errori: ha appena annunciato di voler raccogliere le firme per togliere a centinaia di migliaia di famiglie, di giovani precari, anziani e disabili un reddito che gli permette di arrivare a fine mese. Il programma è già pronto: un giorno sarà ai banchetti per togliere aiuti alle fasce di popolazione in difficoltà economica e un altro in Arabia Saudita per continuare le sue conferenze lautamente retribuite”.
Che il Reddito di cittadinanza non sia responsabile della mancanza di manodopera non ce lo dicono solo i dati che attestano un’impennata dei contratti stagionali rispetto al periodo in cui il sussidio non c’era. Dal Pd a dare man forte al M5S scende in campo il ministro del Lavoro. “Per trovare la forza lavoro che le aziende fanno fatica a reperire ci vogliono politiche attive, formazione e salari più alti”, spiega Andrea Orlando. Bisogna cioè che le aziende paghino di più i lavoratori, altro che Reddito di cittadinanza.