di Gaetano Pedullà
Ma che si aspetta per andare a votare? Con l’attuale legge elettorale si rischia di tornare a uno scenario instabile, ma tirare ancora a campare garantisce uno scenario indecente. Ieri l’ultima figuraccia, con il presidente del Consiglio Enrico Letta a New York che prometteva stabilità politica per attirare investimenti e a Roma i parlamentari del Pdl che minacciavano le dimissioni in massa, rendendo così paradossale la prosecuzione della legislatura. Se ieri eravamo poco credibili, adesso siamo persino patetici. Naturale che dall’estero vengano in Italia, ma non per investire, bensì per depredare quel che resta della nostra industria. La mossa del Centrodestra è dunque estrema. Tutto sommato anche logica, visto il destino al quale gli alleati di governo e il Quirinale hanno lasciato il leader Pdl. Inspiegabile è invece come facciano Letta e Napolitano a fare ogni giorno professione di ottimismo, ignorando il conto da pagare. Forse ci si è illusi che la diplomazia – mai tanto attiva come in questi giorni – tra Colle, Palazzo Chigi e palazzo Grazioli avrebbe potuto evitare l’inevitabile. Ma questa è illusione, appunto. E ormai la lacerazione è profondissima, con Epifani che accusa il partito alleato di irresponsabilità e uno dei leader più efficaci del Centrodestra, Capezzone, che definisce irresponsabile ferire a morte la democrazia colpendo con Berlusconi il diritto alla piena rappresentanza di milioni di italiani. Aver perso l’occasione di un provvedimento straordinario – fuori dalle attuali regole del gioco – per pacificare una situazione politica altrettanto straordinaria, dopo vent’anni di contrapposizioni ideologiche, giudiziarie e sociali – anche questi fuori dalle regole – non poteva che portare al punto in cui siamo. Non prenderne atto, soprattutto al Quirinale, ci ha fatto perdere tempo prezioso mentre la crisi avanzava. Sempre che non sia stato complice di quei poteri forti nazionali e internazionali che in questi mesi di politica inconsistente hanno fatto beatamente i loro interessi. Adesso però non dire basta è davvero da irresponsabili.