Incidente asilo L’Aquila, un’auto ha ucciso il piccolo Tommaso e investito altri cinque bambini: la proprietaria della vettura è attualmente indagata per omicidio stradale.
Incidente asilo L’Aquila, donna indagata per omicidio stradale: proclamato lutto cittadino
Nel pomeriggio di mercoledì 18 maggio, un’auto ha sfondato la recinzione esterna della scuola dell’infanzia Pile-Primo Maggio a L’Aquila e ha investito un gruppo di bambini che stavano giocando nel giardino. L’incidente ha causato la morte di un bimbo di 4 anni, Tommaso, e il ferimento di altri cinque allievi, tutti di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Un altro bambino ha riportato gravi traumi e si trova in pericolo di vita in ospedale.
Sulla base delle prime ricostruzioni effettuate, pare che la vettura, una Volkswagen Passat, fosse parcheggia su una strada in discesa. All’interno dell’auto, appartenente a una mamma che si era recata all’asilo per andare a prendere il figlio più piccolo, pare si trovasse un minore di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, figlio maggiore della donna lasciato temporaneamente solo nell’abitacolo. Al momento, una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti si concentra sul fatto che possa essere stato proprio il minore lasciato solo nella Volkswagen ad aver accidentalmente sbloccato il freno a mano, facendo mettere in marcia il mezzo che ha sfondato il recinto dell’asilo.
In serata, intanto, le forze dell’ordine hanno annunciato che la donna alla quale appartiene la Passat è stata indagata per omicidio stradale.
Il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, ha proclamato il lutto cittadino dopo aver appreso dell’accaduto e della morte del piccolo Tommaso. Il primo cittadino, infatti, dopo aver visitato il luogo della tragedia, ha dichiarato: “Sono profondamente addolorato, non riesco neppure a immaginare il dolore che stanno provando i genitori dei bambini. Da padre e da rappresentante delle istituzioni sono sgomento. È una notizia terribile: speriamo e preghiamo che il bilancio non si aggravi”.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, invece, ha scritto su Facebook il seguente messaggio: “Siamo tutti sconvolti e vicini al dolore delle famiglie. Speriamo che questa tragedia non si aggravi, siamo in contatto con i sanitari per seguire costantemente l’evolversi della situazione”.
Auto uccide il piccolo Tommaso e ferisce altri cinque bambini: le testimonianze dei genitori
In seguito al drammatico evento, la mamma di una bambina che conosceva il piccolo morto nell’incidente all’asilo de L’Aquila ha raccontato: “Tommaso era un bambino molto simpatico, un bimbo molto tranquillo e sereno, sensibile e dolcissimo. Spesso si abbracciavano con mia figlia sia quando arrivavano a scuola sia quando uscivano, in un una immagine davvero emozionante – e ha aggiunto –. È una tragedia immane che ci lascia sconvolti come sono sconvolti i nostri bambini, anche se non lo danno a vedere. Ora dobbiamo stare vicini a loro per tutelarli dal trauma ma dobbiamo stringerci intorno alla famiglia di Tommaso e dei feriti”.
Un’altra mamma, invece, ha riferito: “Ho chiesto a mia figlia tutta la dinamica. Lei mi ha risposto che si è salvata perché in quel momento stava dentro la casetta del giardino. Riposa in pace, piccolo angelo, amico della mia bambina.Preghiamo per gli altri bimbi feriti, sto piangendo come se fossero miei figli. Siete tutti nostri figli”.
Il papà di uno degli allievi dell’asilo, poi, ha dichiarato: “Sembrava un girone dantesco: quando siamo arrivati abbiamo trovato gente in lacrime in strada e il pianto dei bimbi che ci ha fatto fermare il cuore. Intorno a noi le ambulanze e le auto delle forze dell’ordine, le sirene. Siamo subito corsi dentro, facendoci largo tra i soccorritori, una scena spaventosa e surreale. Ci hanno chiamato circa 45 minuti prima della campanella, intorno alle 14.30, per chiederci di venire a riprendere subito i bambini. Non sapevamo cosa fosse successo ma, quando siamo arrivati sul posto, abbiamo cominciato a preoccuparci seriamente. Correndo abbiamo raggiunto l’ingresso. Ho visto un bambino che veniva caricato su una barella, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ricordo quelle immagini con lucidità, le ho stampate bene impresse nella memoria. Ma allo stesso tempo è come se avessi avuto un blackout, la testa era come paralizzata dalla paura. Cercavo disperatamente mia figlia, non la vedevo. Sono corso dentro e, fortunatamente, l’ho trovata sana e salva”.
L’uomo, infine, ha continuato: “Le maestre hanno mantenuto una lucidità incredibile, in un momento così drammatico non so come siano riuscite a mantenere la calma. Incredibile anche la macchina dei soccorsi, che ha dovuto lavorare riuscendo ad effettuare le operazioni in spazi ridotti, visto che le strade sono strette. È un dolore anche solo ripercorrere quei minuti, lacerante pensare che un bambino, che conoscevamo bene e al quale tutti volevamo bene, sia morto così. È assurdo, non ci sono parole. I nostri figli non sono solo compagni di scuola, sono come fratelli e sorelle, vivono praticamente in simbiosi”.