Sciopero ANM 16 maggio 2022: i motivi della protesta dei magistrati contro la riforma Cartabia e la nuova legge elettorale del CSM.
Sciopero ANM 16 maggio 2022: astensione e assemblee aperte
Nella giornata di lunedì 16 maggio, l’Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM) ha indetto uno sciopero per protestare contro la riforma Cartabia che rivoluziona l’ordinamento giudiziario e contro la nuova legge elettorale del Consiglio Superiore di Magistratura (CSM). Entrambe le misure sono invise all’ANM che, alla data del 30 aprile, ha approvato una mozione volta a proclamare lo sciopero: in questa circostanza, su circa 1.400 votanti, i voti contrari alla manifestazione sono stati appena una sessantina.
Le percentuali di adesione allo sciopero verranno rese note nel corso del pomeriggio di lunedì 16 maggio. Intanto, le toghe hanno deciso di riproporre quanto già avvenuto durante la protesta del 2010, occasione in cui le adesioni raggiunsero quota 80-85%.
Lo sciopero dell’ANM del 16 maggio 2022 prevede non solo misure come l’astensione delle udienze ma. In diverse sezioni locali dell’associazione, sono state organizzate assemblee aperte al contributo di avvocati, giuristi, giornalisti durante le quali verrà spiegato per quale motivo si sia contro la riforma.
I motivi della protesta dei magistrati contro la riforma Cartabia e la nuova legge elettorale del CSM
Per quanto riguarda le motivazioni dello sciopero ANM del 16 maggio 2022, queste sono state dettagliate nel deliberato approvato dall’assemblea generale dell’associazione.
A questo proposito, infatti, è possibile leggere quanto segue:
La Magistratura tutta, che si riconosce nell’A.N.M., vuole denunciare pubblicamente che la riforma in discussione al Parlamento non accorcerà di un giorno la durata dei processi, ma cambierà radicalmente la figura del magistrato, in contrasto con quello che prevede la Costituzione. Il Paese ha bisogno di recuperare fiducia nella magistratura, ma per ottenere ciò serve una riforma che attui veramente l’art. 107 della Costituzione, secondo il quale i magistrati si distinguono fra loro soltanto per le funzioni e che affermi chiaramente che non devono esistere carriere in magistratura. Invece questa riforma, continuando l’opera intrapresa dalla riforma Castelli-Mastella, rende gerarchicamente ordinati anche gli uffici giudicanti, crea una magistratura alta e una bassa, e aumenterà quell’ansia di carriera che tanto danno ha già fatto, e continuerà a fare. I magistrati vanno valutati per la qualità del loro lavoro, e non soltanto per la quantità; di magistrati che si concentrino solo sulle decisioni che devono prendere, non sugli adempimenti burocratici e nemmeno sulle loro carriere; di magistrati liberi di giudicare serenamente, seguendo solo la loro coscienza, non di giudici impauriti delle ripercussioni personali delle loro decisioni.
Sciopero ANM 16 maggio 2022: richieste dei magistrati
Infine, la nota ufficiale diramata dall’ANM riporta le seguenti richieste:
Il Paese ha bisogno di pubblici ministeri che ragionino come giudici, aperti al dubbio sull’innocenza dell’indagato, che valutino le prove con lo stesso atteggiamento di terzietà del giudice. Non ha bisogno di avvocati dell’accusa. Non ha bisogno di pubblici ministeri che sentono una condanna come una vittoria e un’assoluzione come una sconfitta, ma di pubblici ministeri che cercano la verità con fatica e umiltà, insieme a tutti gli altri protagonisti del processo. Di un impiego più efficiente delle risorse della magistratura, che devono essere distribuite meglio sul territorio, per garantire la risposta giudiziaria là dove ve ne è veramente l’esigenza, e occorre destinare le risorse ad accertare e punire i fatti veramente gravi. C’è bisogno di dirigenti degli uffici giudiziari autorevoli, che con la loro esperienza e saggezza aiutino i magistrati più giovani a svolgere nel modo migliore la loro funzione, non di capi autoritari, interessati solo a ottenere più numeri. Il magistrato deve essere e sentirsi indipendente non soltanto da influenze esterne, ma anche nei rapporti all’interno degli uffici giudiziari. Infine, c’è bisogno di magistrati che dialoghino con gli avvocati in modo sereno e costruttivo, che si sentano tutti insieme protagonisti in modo paritario del servizio che rendono alla collettività, ciascuno nell’ambito del suo ruolo, non di categorie che si confrontino sulla base rapporti di forza contrapposti. Riteniamo che, così come oggi è formulata, la riforma pone dei concreti problemi di compatibilità con il quadro normativo di riferimento sovranazionale e anche per tale ragione ci vediamo costretti ad adottare le necessarie iniziative di tutela. Non scioperiamo per protestare, ma per essere ascoltati, non scioperiamo contro le riforme, ma per far comprendere, dal nostro punto di vista, di quali riforme della magistratura il Paese ha veramente bisogno. Per questa idea di Paese ci troviamo costretti a scioperare, per questa idea della Magistratura, che non è solo nostra, ma è quella contenuta nella nostra splendida Costituzione.