Il Superbonus 110%, misura bandiera del M5S, ancora una volta finisce nel mirino del premier. Mario Draghi si era scagliato contro la misura, sebbene analisi e studi dimostrino che abbia fatto da volano all’edilizia e abbia contribuito a trainare la ripresa, già altre volte. Come quando aveva sostenuto che coloro che lo difendevano erano quanti hanno scritto “una legge che permette di fare lavori senza controlli”.
Il Superbonus 110% ancora una volta nel mirino di Draghi
Ieri un nuovo attacco che ha provocato un duro scontro, l’ennesimo, con i Cinque Stelle. Intervenuto a Strasburgo alla plenaria del Parlamento europeo il premier ha rivendicato che il suo Governo è “nato come Governo ecologico, fa del clima e della transizione i suoi pilastri più importanti”. Ma, ha detto, “non siamo d’accordo su tutto, sul bonus del 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e i prezzi degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie la trattativa sul prezzo”.
Un attacco che i pentastellati respingono al mittente. “Ci lascia abbastanza perplessi l’irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus”, dichiarano i senatori M5S in commissione Industria, Commercio e Turismo. “È stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell’esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c’è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento. Il quale, però, nel 2021 ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui ha giovato in primis proprio il premier”.
Interviene anche il padre della misura. “Draghi ha dichiarato di non essere d’accordo sul Superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile”, dice Riccardo Fraccaro del M5S. Che ricorda come il Superbonus sia espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, Draghi “non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione europea”.
Ed effettivamente l’Ue nelle persone del vicepresidente Frans Timmermans e della commissaria Kadri Simson, avevano alla fine dello scorso anno fugato definitivamente ogni dubbio sulla grande efficacia della misura. “Investire nelle ristrutturazioni edilizie”, come fa lo Stato italiano con il Superbonus, è un “affare” molto “conveniente”, avevano dichiarato.
I pentastellati ricordano poi a Draghi che l’escalation dei costi nel settore delle costruzioni c’è stato in tutta Europa, anche in quei paesi che non hanno bonus edilizi. “Quindi parlare di efficientamenti energetici dai costi triplicati lascia il tempo che trova, un po’ come a inizio anno quando si puntò il dito sul boom di frodi legate al Superbonus, boom rivelatosi poi un falso storico”. Non si capisce peraltro come mai, a fronte di tutta questa ostilità di Draghi, il suo Governo appena l’altro ieri nel decreto Aiuti abbia deciso di allungare i termini per accedere al Superbonus per le villette. Misteri.