Nuova legge elettorale europea: mentre in Italia si parla di modifica della riforma elettorale, ecco che all’orizzonte, e nemmeno troppo lontano, c’è aria di cambiamento anche al Parlamento Europeo.
Nuova legge elettorale europea
Il Parlamento propone una riforma della legge elettorale dell’UE per convertire 27 distinte elezioni nazionali, con norme proprie, in un’unica elezione europea. L’eurodeputato spagnolo Domènec Ruiz Devesa ha presentato una proposta di riforma, che dopo l’approvazione dell’Eurocamera dovrà essere negoziata con gli Stati membri.
Ruiz Devesa ha commentato così: “Queste riforme rafforzeranno la visibilità dei partiti politici europei e permetteranno loro (e ai loro candidati nelle liste europee) di fare campagna in tutta l’UE, in modo da poter creare un vero dibattito paneuropeo. La gente saprà che sta votando per le entità politiche europee e per i candidati per il presidente della Commissione. Il Parlamento ha inviato un messaggio forte al Consiglio: è giunto il momento di cambiare la legge elettorale dell’UE per avere elezioni che riflettano correttamente le realtà politiche di oggi”.
Il progetto di atto legislativo è stato approvato con 323 voti a favore, 262 contro e 48 astensioni, mentre la risoluzione politica di accompagnamento con 331 voti favorevoli, 257 contrari e 52 astensioni.
Come funziona?
Secondo il sistema proposto al Parlamento Europeo, ogni elettore avrebbe due voti: il primo per eleggere un deputato nella rispettiva circoscrizione nazionale e il secondo per eleggerne un altro nella circoscrizione paneuropea, composta da 28 seggi supplementari. Per garantire una rappresentanza geografica equilibrata all’interno delle liste, gli Stati membri saranno divisi in tre gruppi a seconda del numero di abitanti. Le liste verranno compilate, in maniera proporzionale, con candidati provenienti da questi tre gruppi.
Le liste paneuropee dovranno essere presentate da entità elettorali europee, quali coalizioni di partiti politici nazionali e/o associazioni nazionali di elettori o partiti politici europei. Inoltre, si prevede di concedere il voto a tutti i sedicenni europei, con una deroga per quei Paesi in cui l’età minima per votare è stabilita diversamente dalla Costituzione.
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