Imposta di bollo sul conto corrente: si tratta di una tassa introdotta con l’allora governo Monti per far fronte alle difficoltà economiche che si abbatterono sull’Italia.
Imposta di bollo sul conto corrente: cos’è
L’imposta di bollo sul conto corrente è stata introdotta dal decreto Salva Italia, decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 214 del 2011, articolo 19. Si tratta di una tassa è stata introdotta dal Governo Monti per far fronte alle difficoltà economiche. L’imposta di bollo si applica alle comunicazioni e rendicontazioni su conti corrente, libretti di risparmio e prodotti finanziari le cui giacenze superino l’importo di 5.000 €. La tassazione viene applicata al momento della rendicontazione periodica e, di conseguenza, in base al proprio contratto, può essere applicata trimestralmente, annualmente, mensilmente.
Non viene pagata nel caso in cui la giacenza su conti correnti, conti correnti postali e libretti di risparmio non superi i 5.000 € ma anche ne caso in cui è a carico di un Istituto di credito.
Quando si paga e a quanto ammonta?
Gli italiani sono tenuti a pagarla ogni anno nel momento dell’estratto conto o del rendiconto. Se non dovesse esserci la rendicontazione durante l’anno solare in corso, l’imposta sarà applicata il 31 dicembre di ogni anno. Il pagamento deve essere eseguito entro il 16 febbraio di ogni anno con riferimento al valore delle attività al 31 dicembre dell’anno precedente. L’importo dell’imposta di bollo su conto corrente è di:
- 34,20 euro l’anno per le persone fisiche;
- 100 euro l’anno per le persone giuridiche e titolari di partita Iva.
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