Cognome materno ai figli: come funzionerà? Le nuove regole che scaturiscono dalla decisione presa dalla Corte Costituzionale.
Cognome materno ai figli: come funzionerà?
Nella giornata di mercoledì 27 aprile, la Corte Costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha consentito alle donne italiane di raggiungere un traguardo storico che, sinora, era negato loro dall’articolo 262 del codice civile. Dalla data del 27 aprile 2022, infatti, le donne potranno dare ai figli il proprio cognome insieme o in sostituzione di quello del padre. La Corte stava dibattendo la questione dal 14 gennaio 2021, con l’allora presidente Giancarlo Coraggio e Amato nel ruolo di relatore.
Per quanto riguarda la decisione, in attesa della diffusione della sentenza, la Corte Costituzionale ha spiegato: “La regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.
Di conseguenza, è stata definita la piena “illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi”. Pertanto, come riferito dalla stessa Corte, sarà “compito del legislatore regolare tutti gli aspetti connessi alla decisione assunta”.
Le nuove regole e la decisione della Corte Costituzionale
In relazione alla decisione di consentire l’assegnazione del cognome materno ai figli, la Corte ha affermato: “Si ritiene discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre – e ha precisato –. Nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale”.
In questo modo, vengono confutate le regole attualmente in vigore che, secondo la Corte Costituzionale, violano gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione e gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Per deliberare sul cognome materno ai figli, inoltre, la Corte ha deciso di non ricorrere al Parlamento per cambiare le regole come nel caso del suicidio assistito, dell’ergastolo ostativo o del carcere per i giornalisti. Sulla questione, ha scelto di intervenire in modo diretto dichiarando incostituzionale l’obbligo del solo cognome paterno, anche nel rispetto delle indicazioni delle Corti europee.