Influenza aviaria: in Cina, è stata isolata la prima infezione nella specie umana: si tratta di un bambino di quattro anni che risiede nella provincia Henan.
Influenza aviaria, autorità cinesi notificano prima infezione di un uomo: i sintomi
Le autorità cinesi hanno confermato la presenza di una prima infezione in un essere umano causata dal ceppo H3N8 dell’influenza aviaria. Ad essere stato infettato dal virus, è un bambino di quattro anni che risiede nella provincia di Henan, situata nella Cina centrale. A quanto si apprende, il piccolo ha manifestato febbre e altri sintomi a partire dallo scorso 5 aprile 2022, dopo essere stato a contatto con polli e altre specie di uccelli allevati in casa.
Secondo quanto riferito da una nota diramata da alcuni organi di stampa internazionale, la Commissione sanitaria cineseha informato la popolazione che nessun contatto stretto del piccolo paziente è stato contagiato e che il rischio di una diffusione della patologia tra gli esseri umani continua a essere prevalentemente scarso.
Prima del caso riscontrato in Cina, l’influenza aviaria era stata individuata esclusivamente negli uccelli, nei cavalli, nei cani e nelle foche.
Ceppo H3N8 infetta bimbo in Cina: gli accertamenti condotti e i focolai in USA e Canada
Per quanto riguarda il ceppo H3N8 dell’influenza aviaria, il virus è in circolazione da 2002, quando è stato isolato per la prima volta in alcuni esemplari di volatili acquatici nordamericani. Nonostante sia nota la sua capacità di trasmissione ad altre specie animali come cani e cavalli, il contagio negli esseri umani è alquanto raro.
In relazione al caso del bambino infettato nella provincia di Henan, la Commissione sanitaria nazionale cinese ha riferito che il piccolo “è stato infettato direttamente dagli uccelli ma il ceppo non ha la capacità di infettare efficacemente gli esseri umani”. È stato, quindi, ribadito che i test condotti sui contatti stretti del bimbo non hanno evidenziato alcun tipo di “anomalie”.
L’allarme delle autorità cinesi è stato diffuso poco dopo la pubblicazione dello studio condotto dai ricercatori dell’Università di Sydney e dell’Università di Melbourne sulla rivista Science. L’articolo affrontava il tema dell’influenza aviaria e la presenza di focolai in Canada e negli Stati Uniti d’America che hanno stupito la comunità scientifica “per la rapidità della diffusione” del virus.