Epatite acuta pediatrica, grave bambino di 4 anni ricoverato all’ospedale Bambino Gesù di Roma: rischia di dover fare un trapianto di fegato.
Epatite acuta pediatrica, grave bambino di 4 anni: rischia un trapianto di fegato
Un bambino di 4 anni originario di Prato è stato ricoverato all’Ospedale Bambino Gesù per sospetta epatite acuta di origine sconosciuta. Le condizioni del piccolo risultano essere estremamente gravi.
Aumentano, quindi, i casi di epatite acuta pediatrica in Italia e in Europa. Nelle scorse ore, infatti, a Prato è stata diagnosticato un nuovo caso di infezione, secondo quanto riferito dal sito web Notizie di Prato.
La notizia, poi, è stata confermata dall’Asl Toscana Centro che ha rivelato che il piccolo paziente di quattro anni è stato portato in ospedale nel tardo pomeriggio di giovedì 21 aprile ed è stato ricoverato presso il Bambino Gesù di Roma.
Al momento, non si esclude che il bimbo possa dover essere a breve sottoposto a un trapianto di fegato.
Diffusione dei casi in Italia e possibili cause della patologia
I primi casi di epatite acuta pediatrica sono stati individuati nel Regno Unito a inizio gennaio 2022. Successivamente, la medesima patologia è stata riscontrata anche in Danimarca, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Stati Uniti e, infine, in Italia.
Le cause che comportano l’insorgere della malattia che sta colpendo i bambini di età inferiore ai 10 anni sono ancora sconosciute ma si ipotizza che queste possano essere collegate all’indebolimento delle difese immunitarie nei più piccoli a seguito della pandemia e dei lockdown Covid. L’abbassamento delle difese immunitarie, quindi, provocherebbe una maggiore vulnerabilità dei bambini all’adenovirus responsabile della patologia pediatrica.
A proposito della diffusione della malattia in Italia, si è espresso l’epatologo del Meyer di Firenze e consulente dell’Oms delle epatiti virali, Giuseppe Indolfi, che ha dichiarato: “Dobbiamo confrontare il numero di casi degli ultimi quattro mesi con quelli degli anni precedenti, per capire, visto che non conosciamo le cause di questa malattia ma sappiamo solo che è diversa da quelle conosciute, se l’incidenza è maggiore”.