Da Milano a Firenze, passando per Bari, monta la protesta dei sindaci contro il Governo dei Migliori. Alle prese con diverse emergenze – tra caro-energia, pandemia, accoglienza dei profughi ucraini e opere previste con il Piano nazionale di ripresa e resilienza – i Comuni non riescono a far fronte alle spese, stretti tra la decisione di Roma di stringere i cordoni della borsa e l’impossibilità di utilizzare gli avanzi di bilancio.
Da Milano a Firenze, passando per Bari, monta la protesta dei sindaci contro il Governo
Ma ora dicono basta e reclamano risposte – ovvero quattrini – dal Governo. A dare il via alle polemiche è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Dal Governo il Comune – denuncia Sala – ha ricevuto 478 milioni nel 2020 e 467 nel 2021, “e per il 2022? La risposta da Roma per ora è zero o giù di lì. Come se nel 2022 i problemi fossero risolti”. Al punto che il sindaco di Milano al momento ha congelato la spesa e non si escludono tagli in futuro con i rischi di pesanti ricadute per il welfare.
Sala denuncia che da parte del Governo, nonostante le interlocuzioni in corso, non si arrivi a nessun punto e che continuando di questo passo di burocrazia si può anche morire. “Pensate alla stranezza, abbiamo degli avanzi di amministrazione, dallo scorso anno abbiamo 145 milioni e non possiamo usarli nel bilancio che si fa entro il 31 maggio – ha spiegato – ma possiamo usarli nel primo assestamento che si fa in giugno. Che senso ha?”.
Scende in campo al fianco di Sala il numero uno dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro (nella foto). “I temi sollevati dal sindaco di Milano rappresentano le preoccupazioni di tutti i sindaci, che Anci da tempo ha esposto in tutti gli incontri. Il Governo ha dato un importante sostegno ai Comuni impegnati a reggere l’impatto della pandemia ma la situazione rimane grave per i centri colpiti anche dall’impennata dei costi dell’energia e impegnati nell’accoglienza dei profughi dall’Ucraina senza aver ricevuto alcun contributo. Senza un intervento normativo, i bilanci di molti Comuni rischiano di andare in squilibrio. Spero che già dal prossimo decreto emergenze il governo possa dare risposte”.
Solidarietà anche da Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci del Pd e primo cittadino di Pesaro: “Il Governo ascolti il grido di Sala. Milano è il motore del Paese, ha sempre trainato e sostenuto, ora che ha bisogno va aiutata. Del resto l’inflazione sta devastando i bilanci comunali e le risorse stanziate fino adesso non coprono un trimestre”. Con Sala si schiera un altro sindaco dem, Dario Nardella: “Le nostre città – dice – non sopporteranno un altro anno terribile, tra caro energia, inflazione, blocco dei cantieri per il costo delle materie prime, crisi economica conseguente al Covid e alla guerra”.
Nardella spiega che nella città che amministra il costo dell’energia è cresciuto addirittura del 400%, in alcuni casi tocca quasi il 500%, con un aggravio di costi di spesa corrente di quasi 13 milioni di euro. Va giù duro nel corso di un’audizione sul Def anche il delegato Anci e sindaco di Novara, Alessandro Canelli. Nel Def, sulla parte corrente, spiega, bisogna tener conto dell’aumento del costo dell’energia, stimato intorno ai 600 milioni, sui cui il Governo ha stanziato 200 milioni. “è una somma insufficiente, che può provocare una crisi sui bilanci di molti Comuni”.
Al caro energia e all’emergenza pandemica non ancora terminata si aggiunge quella della guerra in Ucraina che sta già avendo ricadute sui Comuni che non ricevono un euro dei 428 milioni stanziati dal Governo per la gestione dei profughi. “Abbiamo ricevuto 17 miliardi per il 2020, 4 per il 2021 e riceveremo meno per il 2022”. Così non va, conclude Canelli.