Prima ha chiesto i caccia da combattimento, che se concessi avrebbero portato subito alla terza guerra mondiale, poi la no-fly zone, che avrebbe ugualmente condotto a un conflitto globale, e ora chiede lo stop agli acquisti di gas da Mosca, che nella migliore delle ipotesi rischia di far precipitare l’Occidente in una crisi economica profonda e metterlo così alla fame.
Dopo la no-fly zone Zelensky ora chiede lo stop agli acquisti di gas da Mosca
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta combattendo per il suo Paese contro la Russia, ma quotidianamente fa richieste che sembrano portare a un ulteriore peggioramento della situazione, guardando a quel che accade all’interno dei suoi confini ma non al resto del mondo. E in tale situazione arrivare a dei veri accordi di pace e a una soluzione della crisi che si è innescata con l’invasione di Kiev da parte dei russi sembra sempre più difficile.
Ieri, con un post su Telegram, Zelensky ha ringraziato il popolo della Lituania, “il primo ad abbandonare l’energia russa adesso, quando è davvero necessario”. Ha anche ringraziato il presidente lituano Gitanas Nauseda, per “l’importante decisione, per essere stati i primi a darci un aiuto reale, a darci armi, missili stinger e altro ancora”. “è stata una manifestazione storica di leadership”, ha sottolineato, aggiungendo che il popolo lituano, come nessun altro, “comprende come gli occupanti possano distruggere la libertà e a quale costo venga ricostruita l’indipendenza”.
Il presidente ucraino, parlando alla Lituania, ha poi affermato che nelle aree occupate liberate dell’Ucraina “il lavoro continua per registrare e indagare sui crimini di guerra commessi dalla Russia”. “Quasi ogni giorno – ha evidenziato – vengono trovate nuove fosse comuni. Migliaia di vittime, centinaia di casi di brutali torture. Si trovano ancora cadaveri nei tombini e negli scantinati. Corpi legati e mutilati. Centinaia di orfani, sono stati denunciati centinaia di stupri, tra cui ragazze minorenni e bambini molto piccoli e persino neonati”.
Zelensky è così tornato a chiedere all’Europa un atteggiamento ancora più duro nei confronti di Mosca e di dire addio al gas russo. “Occorre compiere ogni sforzo per garantire che la risposta dell’Europa all’aggressione russa sia veramente forte e veramente consolidata. Devono essere fissate scadenze specifiche per ciascuno stato dell’Ue al fine di abbandonare efficacemente o almeno limitare in modo significativo il consumo di gas e petrolio russi”, ha evidenziato. Ancora: “Non possiamo aspettare lo sviluppo del settimo o dell’ottavo o del nono, decimo, ventesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per prendere decisioni davvero potenti”.
Senza preoccuparsi però di cosa rappresenterebbe per l’Occidente l’addio alle forniture di gas russo. Ma il presidente ucraino insiste: “Se ci sono grandi aziende europee e grandi banche europee che anche nel mezzo delle ostilità in Ucraina non ritengono necessario ritirarsi dal mercato russo, significa che tutte le altre aziende lo prenderanno come un segnale per “aspettare” e poi poter lavorare”.
Zelensky non rinuncia neppure alle richieste di altre armi e afferma che chi non le fornisce “è responsabile delle morti”. “Presto sarà necessario un maggiore supporto militare. Le vite degli ucraini si stanno perdendo, vite che non possono più essere restituite. E questa è anche responsabilità di coloro che ancora conservano nel proprio arsenale le armi di cui l’Ucraina ha bisogno. Responsabilità che rimarrà per sempre nella storia”, ha sostenuto in un video messaggio. Il presidente ha quindi specificato che se Kiev avesse jet, veicoli corazzati pesanti e artiglieria sarebbe in grado di porre fine alla guerra. C’è intanto preoccupazione sul possibile ricorso dei russi alle armi chimiche. E secondo la procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, al momento sono oltre “5.800 i casi” di crimini di guerra commessi dalla Russia.