Ogni mattina Carlo Calenda si alza dal letto e sa che nella giungla della politica deve trovare un pertugio per farsi notare. Ieri in Plenaria a Strasburgo, mentre si votava per l’embargo immediato al gas russo, il leader di Azione ha pensato bene che l’occasione fosse ghiottissima e così mentre tutti i partiti italiani (Lega, Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Verdi) votavano a favore l’ex ministro leader di Azione ha pensato bene di sedersi di sedersi dalla parte di quei 93 contrari (di fronte a 413 a favore e 46 astensioni) per apparire più realista del re.
Embargo immediato al gas russo, Calenda si barcamena sui Social per giustificare il suo voto
“Ho votato contro per manifesta impossibilità di realizzarlo”, spiega Calenda sui suoi social, indossando come spesso gli accade la maschera del dietino alzato per dare lezioni di politica a tutto il resto del mondo. Certo vederlo dalla parte degli amici di Vladimir Putin (l’ex leghista Francesca Donato, tanto per rendere l’idea, si è limitata ad astenersi) non deve essere stato piacevole per i suoi (ex?) elettori se è vero che in poco tempo si è ritrovato sommerso dalle critiche interne.
A chi gli fa notare che la mozione avesse semplicemente un valore di auspicio, Calenda risponde piccato: “Ma sono giorni che sto spiegando che non è possibile tagliare subito il gas. Sarebbe stato assurdo e incoerente votare un emendamento in senso contrario”.
Avete capito il giochetto logico? Dice Calenda che poiché c’era una parola che non gli tornava (esattamente un “immediatamente” al posto di un “prima possibile”) allora tutto l’emendamento è da buttare via, nonostante sia tra l’altro qualcosa di poco più che simbolico. E poiché al leader di Azione piace moltissimo il ruolo del maestrino comincia a ribattere colpo su colpo sul suo account twitter.
“In questi casi veramente ‘basita F4’ ci sta più che bene! Mah!”, scrive la sua probabile elettrice Valentina. E lui: “Basita è un bel sentimento. Ragionante è anche meglio. Guardati la nostra proposta su come diventare indipendenti sul gas. Il resto sono chiacchiere”. “Calenda, sei ridicolo”, gli fa notare un altro e lui, immediatamente, risponde: “No Gianfranco sei tu che sei un buffone. Quelli del no a tutto che la mattina si svegliano e vogliono tagliare 30 mld di metri cubi di gas senza sapere come sostituirli. Vi meritate Toninelli e compagni”.
Mentre i commenti (non proprio benevoli) si moltiplicano alla fine l’europarlamentare sbotta con un suo elettore che gli fa notare di non avere mai visto nessuno “impegnarsi così tanto per far morire il proprio partito”: “E io non ho mai visto tanti imbecilli – gli scrive Calenda – chiedere qualcosa senza prima leggersi mezzo numero per capire se è possibile e quali sono i costi. Non facciamo politica con la retorica. Anzi siamo nati per fare il contrario. Ma ti rimane un’ampia scelta di fuffa”.
E quando un certo Augusto gli dice che strapperà la tessera di Azione Calenda perde i freni: “Devi farlo Augusto. Io non voto risoluzioni per fare retorica”. Sfinito da un pomeriggio in cui la strategia di farsi notare ha fatto cilecca il leader di Azione rimarca di avere comunque votato la risoluzione finale (e ci mancherebbe) e poi ricorda di avere preparato con una squadra di “esperti” un piano per rinunciare al gas russo. Ed è a questo punto che si svela l’arcano: semplicemente ancora una volta Calenda avrebbe voluto votare per se stesso.