Riforma del Fisco 2022: cosa prevede il piano del premier Mario Draghi e in che modo la misura è condizionata dalla guerra in Ucraina.
Riforma del Fisco 2022: cosa prevede il piano di Draghi
In materia di riforma del Fisco 2022, il Governo Draghi si accinge a redigere un DEF (Documento di Economia e Finanza) che sarà molto diverso da quello ipotizzato soltanto alcune settimane fa. L’invasione russa dell’Ucraina e lo scoppio della guerra, infatti, hanno ridimensionato in modo drastico le aspettative di crescita e ridotto i margini di manovra che l’esecutivo guidato dal premier Mario Draghi si era posto. Contrariamente ai progetti inizialmente tratteggiati per l’Italia, ad esempio, nello scenario attuale, Palazzo Chigi deve attivarsi per erogare nuovi aiuti a imprese e famiglie.
La situazione esistente in contesto nazionale ed europeo è stata analizzata nella giornata di lunedì 4 aprile nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi; il ministro dell’Economia, Daniele Franco; il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti; e il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. L’incontro è stato organizzato in vista del Consiglio dei ministri atteso per il prossimo giovedì 7 aprile.
In relazione alla situazione economica in Italia, è già emersa in modo evidente una brusca interruzione della crescita del Pil per il 2022 che si attesterà al di sotto del 3%, a fronte del 4,7% inizialmente previsto dal Governo. Ciononostante, l’esecutivo è determinato a conseguire una diminuzione del debito pubblico che, tuttavia, resterà al di sopra del 150% del Pil. Allo stesso modo, è da escludere che il deficit possa scendere al 5,6% come auspicato nella NaDef di settembre 2021.
La maggioranza di Governo, intanto, continua a scontrarsi su temi come le spese militari e la riforma del fisco 2022.
Prevista due nuove aliquote su redditi da investimenti e affitti: la reazione del centrodestra
Per quanto riguarda la riforma del fisco 2022, il Ministero dell’Economia ha inviato alle forze di maggioranza le riformulazioni di alcuni emendamenti. Le modifiche elaborate riguardano l’introduzione di un regime transitorio di tassazione fissa (ma senza indicare l’aliquota) per due anni rivolto agli autonomi che superano il tetto annuale previsto per l’applicazione della flat tax del 15% ossia i 65.000 euro di ricavi.
Le spese sociosanitarie, invece, avranno priorità rispetto all’applicazione del cashback fisale con rimborso del 19% al momento del pagamento.
La riformulazione dell’articolo 2 della riforma del fisco 2022, poi, prevede l’adozione in via transitoria di due aliquote sui redditi che derivano dall’impiego di capitale, incluso il mercato immobiliare. A questo proposito, Lega e Forza Italiasono in preda all’agitazione dopo aver appreso in modo informale che il Governo starebbe lavorando a due aliquote che verranno dettagliate nei decreti attuativi e che saranno pari al 15% e al 26%. I titoli di Stato, intanto, dovrebbero essere tassati al 12,5% mentre la cedolare secca resta ferma al 10%.
A quanto si apprende, quindi, il centrodestra pare essere pronto a intraprendere una nuova battaglia dopo quella che ha riguardato il catasto.