“La cosa positiva è che l’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina sia dalla Russia, ma dipenderà tutto dai negoziati”. È quanto ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell’incontro con la stampa estera (qui il video) facendo il punto sulla guerra in Ucraina.
Guerra in Ucraina, Draghi: “Il contenuto esatto delle garanzie è presto per definirlo”
https://youtu.be/S7lOOuB2lIk
“Il contenuto esatto di queste garanzie è ancora presto per definirlo – ha aggiunto il premier -: dipenderà dal risultato dei negoziati fra Russia e Ucraina. Saranno garanzie che prevedono che le clausole negoziate siano attuate: la pace, il tipo di neutralità che l’Ucraina avrà, lo status delle regioni e via dicendo. Dipende dal contenuto dei negoziati”.
Per il premier i ruoli di Cina e Turchia sono importanti. “Sul ruolo della Cina”, nei negoziati tra Russia e Ucraina, “ho aspettative positive”. “Bisogna vedere – ha aggiunto Draghi – se poi queste aspettative saranno confermate, ma lo spazio per un ruolo cinese esiste ed è molto significativo. La Turchia sta svolgendo un ruolo importantissimo per avviare un negoziato di pace, tutti i paesi sono pronti a collaborare con la Turchia in questa direzione. Avremo in cantiere un incontro nelle prossime settimane. I rapporti con la Turchia ora sono molto migliorati, bisogna fare ancora molto però”.
Guerra in Ucraina, Draghi: “Germania e Italia stanno finanziando, insieme ad altri paesi, il conflitto”
“Germania e Italia stanno finanziando, insieme ad altri paesi, la guerra e anche per questo l’Italia ha spinto così tanto insieme ad altri paesi, verso l’attuazione di un tetto al prezzo del gas, non c’è nessun motivo che il prezzo del gas sia così alto” ha proseguito il premier Draghi parlando ancora della guerra in Ucraina con la stampa estera. “La Russia non può vendere il gas a nessun altro cliente che non sia l’Europa – ha aggiunto -, c’è lo spazio per arrivare ad un tetto. Per ridurre i finanziamenti alla Russia occorre abbassare i prezzi del gas”.
“È molto importante avere una difesa unica europea, questo permetterebbe di essere alleati per sempre. Bisogna andare su questa strada e l’Italia ne è sempre stata convinta”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario DRAGHI, nel corso dell’incontro con la stampa estera. “Bisogna superare l’attuale sistema di decisioni nazionali, bisogna fare prima di tutto un coordinamento e capire chi, quanto si spende, per cosa si spende. Poi andiamo avanti, se non siamo seri è meglio non parlarne più”, ha aggiunto.
“Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce, ma tutti dobbiamo stare con i piedi per terra. Le sanzioni funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende. C’è il desiderio di andare avanti presto, ma è anche presto per superare lo scetticismo. Ho affermato la disponibilità dell’Italia, disponibilità accolta da Putin”.
“Non ci sentivamo con il presidente Putin dall’inizio della guerra. Gli ho detto che volevo parlare di pace e a questo Putin ha acconsentito. Ho chiesto se era previsto un cessate il fuoco: le condizioni non sono mature, però è stato aperto il corridoio umanitario di Mariupol”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario DRAGHI, nel corso dell’incontro con la stampa estera. “Poi è seguito una descrizione su un possibile accordo, io ho espresso la convinzione che per risolvere certi nodi fosse necessario un incontro con il presidente Zelensky. La risposta è stata che i tempi non sono ancora maturi. Uno dei punti che il presidente Putin ha trattato è che a suo avviso ci sono piccoli passi avanti sui negoziati”, ha aggiunto.
“Sul Def non è prevista nessuna indicazione specifica sulle spese militari, a oggi non c’è nessun problema su questo tema. L’impegno dell’Italia con la Nato a spendere il 2% è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi successivi. Dal 2018 al 2021 gli investimenti sulla difesa sono aumentati tra il 17% e il 26%, l’impegno è confermare i nostri impegni con la Nato”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell’incontro con la stampa estera. “Sono molto soddisfatto dell’accordo, ci siamo visti con il presidente Conte che chiedeva un allungamento fino al 2030 e io ho risposto che si fa quello che chiede il ministro Guerini,cioè arrivare al 2028. Su questo poi non c’è stato disaccordo”, ha aggiunto.