Dopo la chiusura di Albano e i rifiuti di diverse regioni di aiutare la Capitale, l’emergenza immondizia (qui tutti gli articoli) – che sembrava ormai dietro l’angolo – è stata scongiurata. Con una trattativa in extremis, a salvare Roma dalla crisi ci pensa l’Emilia Romagna che accoglierà 11mila tonnellate di scarti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico biologico che nessuno sembrava disposto ad accogliere.
L’accordo per trasferire i rifiuti di Roma salva la città e il sindaco Gualtieri da una figuraccia
Ma non è tutto oro quel che luccica. L’accordo che salva la città, nonché il sindaco Roberto Gualtieri da una figuraccia visto che in campagna elettorale prometteva di far dimenticare la fase emergenziale nella gestione dell’immondizia di Roma, si tradurrà in 5mila tonnellate la prossima settimana che poi diventeranno 6mila la successiva.
In altre parole una toppa che non copre il buco che si è venuto a creare per via della carenza di impianti regionali e soprattutto per il sequestro preventivo dell’impianto di Albano Laziale, disposto l’11 marzo per effetto dell’inchiesta della magistratura che sospetta una illegittima gestione dell’impianto per assenza di un presupposto essenziale di efficacia della prescritta autorizzazione regionale, rappresentato dalle garanzie finanziarie previste per la cosiddetta gestione post mortem.
Sito, quest’ultimo, in cui finivano sia i rifiuti della Capitale come anche quelli di altri 24 comuni. Per questo il Campidoglio non ha mai fermato la caccia a nuovi sbocchi, tanto più che pochi giorni fa c’erano stati contatti con Toscana e Campania che si erano conclusi in un nulla di fatto. Prima del provvidenziale aiuto dell’Emilia, un altro sbocco individuato è stato quello verso l’impianto di Frosinone, gestito dalla Saf, che si è resa disponibile a conferire 150 tonnellate in più a settimana.
Inoltre Ama starebbe partecipando alla seconda gara di Invitalia per il conferimento dei rifiuti a Bolzano, circa 20 viaggi a settimana, per un totale di 500 tonnellate, rifiuti che poi verranno portati anche in paesi fuori dall’Italia, come l’Olanda e la Germania.
Insomma i rifiuti della Capitale finiranno ovunque tranne che nel territorio di Roma. Peccato che questo era proprio quanto Gualtieri, in campagna elettorale, assicurava di voler fare per imporre un cambio di marcia alla città eterna al fine di chiudere il ciclo dei rifiuti entro i propri confini territoriali. Dopo mesi, in Campidoglio resta il silenzio di tomba sulle “discariche di servizio previste dal piano regionale di gestione dei rifiuti” inserite nell’allora programma elettorale di Gualtieri.
Impianti che potrebbero venire ufficializzati il prossimo 7 aprile quando è previsto un Consiglio straordinario sul tema dei rifiuti. Quel che è certo è che fin qui le mosse del sindaco non sembrano convincere le opposizioni.
“Roma è nei liquami fino al collo, mentre sono sempre le altre Regioni a rimetterci. Altro che chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti su Roma! Dopo la chiusura della discarica di Albano i rifiuti della Capitale infatti sono tornati a invadere la città: per scongiurare così l’ennesima crisi, la spazzatura verrà condotta con viaggi settimanali in discarica in Emilia Romagna” e in “Olanda e Germania” tuona il vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere capitolino M5S, Daniele Diaco.
Malumori che sono condivisi anche dalla Lega che per bocca di Angelo Tripodi, capogruppo regionale nel Lazio, si scaglia contro l’Amministrazione Pd per questi trasferimenti all’estero spiegando che: “Circa 70mila tonnellate di ‘monnezza’ romana hanno illuminato 170mila abitazioni in Austria grazie ad un termovalorizzatore vicino a Vienna. Tra il silenzio e l’immobilismo del sindaco Gualtieri, che doveva ripulire Roma entro Natale”.