Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina: cosa significa e come si svolge la cerimonia fissata dalla Chiesa venerdì 25 marzo.
Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina il 25 marzo
Sin dallo scoppio del conflitto russo-ucraino avvenuto il 24 febbraio 2022, il Papa ha ricevuto numerose richieste affinché celebrasse la consacrazione al Sacro Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina. Il Pontefice ha accolto l’appello dei vescovi ucraini e ha fissato la consacrazione alle ore 17:00 di venerdì 25 marzo, presso la Basilica di San Pietro. Per l’occasione, Bergoglio ha invitato i vescovi di tutto il mondo a raccogliersi spiritualmente e a distanza in preghiera con il Vaticano contro gli orrori della guerra in Ucraina.
Nello specifico, qual è il significato della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina celebrata dal Papa?
Cosa significa e come si svolge la cerimonia
La cerimonia si configura come una preghiera religiosa che viene rivolta alla Madonna. Con la preghiera, viene chiesto alla Vergine Maria di intercedere a favore dell’umanità in situazioni di atroce e drammatica gravità. Essere consacrati o affidati al Sacro Cuore Immacolato di Maria, quindi, significa rimettere la propria vita nelle mani della Madonna, senza riserve. In questo modo, tutto ciò che si è e che si fa viene offerto a Dio attraverso il Cuore Immacolato della Vergine, da sempre simbolo di sacrificio e bontà.
Con la cerimonia, i figli di Dio chiedono alla Madonna di custodire le loro anime e i loro cuori per poter attuare una rinascita spirituale realizzata attraverso la preghiera e la lettura dell’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Inoltre, la data del 25 marzo è stata scelta in quanto combina elementi come devozione mariana, pratica penitenziale e memoria storica.
La lettera del Papa ai vescovi del mondo e l’invito alla preghiera
In vista della cerimonia, il Papa ha inviato ai vescovi una lettera con la quale ha descritto la Consacrazione come un “un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace”.
Inoltre, Bergoglio ha invitato “i sacerdoti, i religiosi e gli altri fedeli” alla preghiera “così che il popolo santo di Dio faccia salire in modo unanime e accorato la supplica alla sua Madre”.
Il Pontefice, inoltre, ha scritto: “È trascorso un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, che sta causando sofferenze ogni giorno più terribili a quella martoriata popolazione, minacciando anche la pace mondiale. La Chiesa, in quest’ora buia, è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto”.
Nel rispondere a Papa Francesco, i vescovi hanno ribadito la volontà e la disponibilità rispetto all’accoglienza dei profughi, sollecitando l’adozione di un iter veloce di riconoscimento volto a fornire una protezione temporanea ai rifugiati.