Tassi mutui in aumento: dopo l’aumento del costo del carburante e rincari sugli alimentari, ecco un’altra mazzata su chi decide di comprare casa nel periodo dello scoppio del conflitto in Ucraina.
Tassi mutui in aumento
L’Irs( il parametro di riferimento dei mutui a tasso fisso) ha subito diversi cambiamenti non regolari negli ultimi mesi. Dalla fine del 2021, l’indice a vent’anni è passato dallo 0,30% a più dell’1% nel mese di febbraio, per poi ridiscendere allo 0,86% dopo l’inizio del conflitto armato in Ucraina. Nel mese di marzo si è registrato invece 1,13% per i 20 anni.
Ecco come dovrebbero gestire le conseguenze le banche in Italia: Intesa Sanpaolo proporrà un aumento dei tassi fissi fino a un massimo di 45 punti, mentre Credem scenderà fino a un massimo di 15 punti. Bpm ha ridotto lo spread di 5 punti e Webank di 15 punti sui mutui a tasso fisso con finalità d’acquisto. Un incremento di 10 punti è previsto per Deutsche Bank; più sostanzioso, dai 20 ai 40 punti in più, quello valutato da Bnl.
Quanto incide la guerra sulle rate?
La guerra in Ucraina incide e sta condizionando i tassi d’interesse. L’incremento sull’Irs è iniziato ancor prima dello scoppio della guerra e, con ogni probabilità, questi dati sono destinati solamente a crescere, con conseguenze purtroppo negative sui mutui a tasso fisso.
In quest’ultimo periodo, gli istituti di credito potrebbero diventare più selettivi nella concessione dei mutui concentrandosi fortemente sulla capacità del debitore di restituire il prestito. Con le conseguenze del caso per i lavoratori precari. Salvo che per gli under 36 con Isee sotto i 40mila euro che potranno beneficiare del fondo garanzia sull’acquisto della prima casa.