Ancora bombardamenti. Prosegue l’offensiva russa nel giorno numero ventisei del conflitto in Ucraina. Nella notte è stata colpita Kiev e la regione nordorientale di Sumy. Le sirene antiaeree hanno risuonato in almeno altri sei province. Nel distretto Podolsk della Capitale una potente esplosione ha colpito un centro commerciale, ma anche alcune case. Per la giornata di oggi sono stati concordati otto corridoi umanitari, ma nessuno dalla città assediata di Mariupol, che, anche di fronte alle richieste russe Kiev vuole resistere. Intanto prosegue l’offensiva nel giorno numero ventisei del conflitto in Ucraina.
Otto persone sarebbero morte a seguito dell’attacco della scorsa notte nel distretto di Podolsk a Kiev. Lo ha reso noto l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina. Anche l’ufficio del procuratore ha spiegato in una nota che “secondo i dati preliminari, otto persone sono morte” e che sono “in corso di chiarimento le informazioni sui morti e sui feriti”.
Guerra in Ucraina, nella notta colpita Kiev mentre Mariupol resta sotto assedio
Nella regione di Sumy, a causa di un attacco aereo russo, si è verificata una perdita di ammoniaca dall’impianto chimico di Sumykhimprom, secondo quanto comunicato dal governatore dell’Oblast, Dmytro Zhyvytsky, citato da Kyiv Independent. Si stima che l’area colpita sia a circa 2,5 chilometri dal sito, compresi i centri di Novoselytsya e Verkhnya Syrovatka.
Il ministero della difesa russo, ieri, aveva proposto un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari ma la proposta è apparsa più come una richiesta di resa. Nella lettera, le autorità russe hanno chiesto, tra l’altro, alle unità delle forze armate ucraine, “ai battaglioni di difesa territoriale e ai mercenari stranieri di cessare le ostilità, deporre le armi e ritirarsi nei territori controllati da Kiev utilizzando corridoi umanitari concordati” e di cancellare le “precedenti istruzioni che obbligavano i combattenti a sacrificarsi e diventare ‘martiri di Mariupol’”.
Mosca aveva insistito per avere una risposta entro le cinque di questa mattina, ora locale. Kiev, quindi, ha respinto le richieste russe. Secondo Kyiv Independent, il vice primo ministro Iryna Vereshchuk ha risposto affermando che la “resa non è un’opzione”.
“Non possiamo parlare – ha detto Vereshchuk all’Ukrainska Pravda – di consegna delle armi. Abbiamo già informato la parte russa. Ho scritto: ‘Invece di passare il tempo su 8 pagine di lettere, aprite un corridoio’”.
Guerra in Ucraina, Zelensky: “Hanno letteralmente detto: soluzione finale”
“Dobbiamo rimanere più vicini possibile. I nostri vicini purtroppo ci vogliono vedere morti – ha detto ieri, in video collegamento con il Parlamento israeliano, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky -, come è successo al vostro popolo, io non vi devo convincere in questo momento. Io non devo ricordare quanto la nostra storia si sia sovrapposta a quella del vostro popolo. Siamo in un altro paese e in condizioni diverse rispetto a voi decenni fa, ma la miccia è uguale: distruzione del nostro popolo, del nostro Stato, della nostra cultura, addirittura il nome della mia nazione messo in discussione. Dobbiamo ricordarci di questa data: il 24 febbraio 2022, data d’inizio dell’invasione perpetrata dalla Russia all’Ucraina”.
“Siamo qui 102 anni dopo e lo stesso ordine criminale è stato lanciato nei confronti del mio paese. Inviate delle truppe in Ucraina – ha aggiunto Zelensky -, questa è una vera e propria invasione che ha portato via troppe vite e non ci ha fatto dormire intere notti. Questo è un sconvolgimento. Questa non è solamente un’operazione militare come dicono ancora gli organi di comunicazione della Russia, come si dice ancora a Mosca. Stanno distruggendo la nostra cultura, civiltà, infrastrutture, le nostre famiglie, le nostre comodità. Tutto questo rappresenta l’Ucraina, il mio popolo”.
“L’esercito russo sta distruggendo le infrastrutture – ha detto ancora il presidente ucraino -, la nostra storia ha qualcosa in comune con la vostra. Ascoltate cosa arriva dal Cremlino, termini assolutamente inaccettabili, utilizzati durante la Seconda guerra mondiale. Questa è una tragedia. All’epoca era l’esercito nazista che imperversava, che voleva distruggere gli ebrei e hanno preso la decisione finale di eliminare il problema rappresentato dal vostro popolo. Nessuno dimenticherà l’Olocausto, adesso ascoltate la terminologia della Russia, come stanno ripetendo quelle parole. Hanno letteralmente detto: soluzione finale. E’ una tragedia”.
Oggi è previsto un colloquio telefonico tra Biden e alcuni leader europei, tra cui il premier Draghi
Sul fronte diplomatico, continuano i negoziati tra le parti e prosegue l’impegno dei leader occidentali. Dopo gli incontri previsti a Bruxelles con gli alleati Nato, i leader del G7 e dell’Ue, venerdì il presidente statunitense Joe Biden si recherà a Varsavia, in Polonia, per un incontro bilaterale con il presidente polacco Andrzej Duda. Nell’incontro si “discuterà di come gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner – fa sapere in una nota la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki -, stanno rispondendo alla crisi umanitaria e dei diritti umani creata dalla guerra ingiustificata e non provocata della Russia contro l’Ucraina”. Oggi è previsto un colloquio telefonico tra Biden e alcuni leader europei, tra cui il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi.