I rincari dell’energia e della benzina? “Non c’è qualcuno in Italia che sta facendo qualcosa di sbagliato. Il problema è la grande speculazione in certi hub in cui si scambiano certificati e future: il Ttf a livello europeo e il Psv italiano”. Per il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani non c’è altro da dire se non che siamo alla presenza di una “colossale truffa” sui prezzi dell’energia e “aumenti ingiustificati” senza chiarire chi siano gli indiziati, né se si riferisca anche ai rincari della benzina (leggi l’articolo).
Il ministro Cingolani denuncia truffe sui carburanti. Ma non ha soluzioni e scarica la grana sull’Ue
Ieri in audizione al Senato ha dato qualche chiarimento sul meccanismo responsabile dell’impazzimento del mercato, che nulla ha a che vedere con la guerra in Ucraina, a suo dire. Ma ha lasciato fuori dall’analisi il ruolo dei maggiori gruppi importatori di gas, che lucrano sulla differenza tra i bassi prezzi previsti dai contratti pluriennali in base ai quali si approvvigionano e gli altissimi prezzi spot (quelli che valgono in quel determinato momento) incassati dai grossisti a cui rivendono la materia prima.
“A parità di quantità di gas (importato dalla Russia, ndr) oggi abbiamo il gas a 1,5 euro al metro cubo. Un anno fa di questi tempi era a 30 centesimi. Questo mette tutti in ginocchio. Non abbiamo un perché debba costare così tanto, è un aumento ingiustificato”, ha ribadito Cingolani. “I grafici mostrano che nel giorno in cui è scoppiato il conflitto c’è un’impennata”, ha spiegato ancora il ministro.
Insomma, Italia (ed Europa) vittima della grande speculazione. E, forse, sarà anche vero considerando che intanto la Procura di Roma ha avviato un’inchiesta a riguardo. A questo punto, però, da un politico – per di più ministro – ci si aspetterebbe di ascoltare soluzioni piuttosto che condanne che spettano più che altro a giornalisti e inquirenti.
A fronte di questa situazione, Cingolani ha auspicato che a livello europeo si raggiunga un accordo su un tetto ai prezzi del gas all’ingrosso: nel breve periodo gli esportatori non potrebbero che accettare la decisione, ha detto, considerato che la Ue compra tre quarti del gas mondiale e al momento non ci sono acquirenti alternativi adeguatamente collegati con gasdotti di sufficiente portata. C’è però un altro aspetto che il ministro non ha toccato, come sottolineato anche dal Fatto: gli extraprofitti realizzati dai grandi operatori sul mercato italiano. Insomma, da una parte la soluzione deve arrivare, a detta di Cingolani, dall’Europa e dall’altra non ha parlato degli extraprofitti dei privati italiani.
E allora cosa fare? Una potenziale idea è arrivata dal Movimento cinque stelle. “Bisogna intervenire con decisione sulle regole che stabiliscono il prezzo della bolletta – ha detto il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco, in seguito all’informativa del ministro della Transizione Ecologica – Perché ha senso intervenire per riparare i danni creati dalle bollette agli imprenditori che hanno chiuso, a quelli che non possono produrre perché l’energia costa troppo. Interveniamo. Interveniamo subito sul costo con uno scostamento di bilancio perché altrimenti non possiamo andare avanti”.
Da una parte lo scostamento di bilancio e dall’altra l’Energy Recovery Fund già lanciata dai pentastellati potrebbero offrire soluzioni concrete per calmierare i rincari e allo stesso tempo offrire aiuto ai cittadini. In attesa che Cingolani svesta i panni dell’inchiestista e indossi quelli di politico.