Il teatro di Mariupol, la città ucraina più colpita dall’inizio della guerra (leggi l’articolo), è stato completamente distrutto dai bombardamenti compiuti ieri da Mosca. Le immagini mostrano che l’edificio è stato quasi raso al suolo, nonostante le due scritte, “bambini” in cirillico, fatte all’esterno per segnalare la presenza di civili, fossero visibili anche dai satelliti (leggi l’articolo).
Superstiti tra le centinaia di civili che avevano trovato riparo nel Teatro di Mariupol
Secondo quanto afferma l’agenzia Ukrinform, citando la parlamentare ucraina Olga Stefanyshyna, sono 130 le persone finora uscite vive dal teatro di Mariupol. “Il rifugio antiaereo vicino al Mariupol Drama Theatre ha resistito. Circa 130 persone sono già state salvate. I blocchi sono stati smantellati”, ha scritto su Facebook la deputata.
Ci sono dunque superstiti tra le centinaia di civili, tra cui molto bambini, che avevano trovato riparo nel Teatro. Anche l’ufficio del sindaco di Mariupol ha confermato che il rifugio antiaereo dell’edifico è riuscito a resistere al bombardamento russo. Le autorità locali non sono però ancora in grado di riferire il numero esatto delle vittime, né quello dei sopravvissuti.
L’edificio colpito da bomba aerea. I civili erano rifugiati nel seminterrato
“A Mariupol – ha detto il difensore civico dell’Ucraina, Lyudmila Denisova – è iniziata la liberazione dei civili dalle macerie del teatro. L’edificio ha resistito all’impatto di una potentissima bomba aerea e ha protetto la vita delle persone che si nascondevano in un rifugio antiaereo. Ora sono in corso i lavori per sbloccare il seminterrato, da dove stanno uscendo adulti e bambini ancora vivi”.
“Ieri purtroppo abbiamo assistito al bombardamento di un rifugio per civili nell’edificio del teatro a Mariupol. Una città che continua ad essere assediata dalle forze russe. Questo assedio è disumano ed è riprovevole il continuo bombardamento della città. Ciò costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario” ha detto il portavoce della Commissione europea, Peter Stano.