Era il 2006. All’Eliseo allora non sedeva Emmanuel Macron, ma Jacques Chirac. Al Cremlino, invece, a comandare c’era sempre lui, Vladimir Putin. E, come in realtà era per buona parte del mondo occidentale, l’opinione sul politico russo era decisamente diversa da quella attuale. Altrimenti, vien da pensare, nessuno avrebbe mai pensato di conferire proprio a Putin il titolo di “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore”.
Fu Chirac nel 2006 a concedere a Vladimir Putin il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
Certamente non un’onorificenza di secondo piano considerando che parliamo del più alto riconoscimento conferita dallo Stato francese, nato addirittura nel 1802 con Napoleone Bonaparte e poi passato in seguito alla Repubblica. Una storia, dunque, antichissima e nobile. E non a caso tra coloro che sono stati omaggiati da tale onorificenza ci sono personalità di spicco come l’ex presidente statunitense Dwight Eisenhower e la Regina Elisabetta II, l’ex re di Spagna Juan Carlos e lo scrittore Gustave Flaubert, fino a Paul McCartney e Clint Eastwood. Senza dimenticare gli italiani presenti in elenco: Giovanna Melandri, Enrico Letta, il compianto Ennio Morricone, finanche il nostro presidente Sergio Mattarella.
Ed è forse anche per questa ragione che sorprende che tra gli altri spunti anche Vladimir Putin. Quali siano i suoi meriti, si fa fatica a capirlo. Specie se si pensa che dal 2006 ad oggi nessuno abbia mai pensato di ritirargli l’onorificenza. Avrebbe potuto farlo lo stesso Chirac, avrebbe potuto farlo Nicolas Sarkozy. E, soprattutto, potrebbe farlo Emmanuel Macron. Specie se si considera che, in qualità della presidenza della Francia in Ue, è proprio Macron l’autorità politica che su tutti sta intrattenendo maggiori relazioni col Cremlino.
Sappiamo gli sforzi che l’inquilino dell’Eliseo sta facendo per la risoluzione diplomatica del conflitto in Ucraina. Ma, forse, un buon modo per cominciare sarebbe proprio ritirare l’onorificenza a Putin, cosa che a quanto pare per adesso non sembra essere in agenda.
Non che la cosa sia diversa in Italia. Al momento il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato che le onorificenze conferite a personalità politiche o economiche vicino a Putin verranno ritirate. Detto questo, però, al momento nulla è accaduto. Nell’elenco ufficiale reperibile sul sito del Quirinale ancora compaiono i nomi del primo ministro Mikhail Mishustin e quello del ministro dell’Industria e Commercio Estero Denis Manturov.
E ancora dal 2017 è “Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana” Dmitry Peskov, noto portavoce di Putin. Nello stesso anno e con lo stesso titolo è stato insignito anche Igor Sechin, oggi Ad di Rosneft. Se però in Italia è – forse – questione di tempo, in Francia neanche se ne parla. E parliamo direttamente di Putin.