Se persino uno dei suoi primi tifosi lo sollecita vuol dire che Mario Draghi contro il caro energia ha fino a oggi perso fin troppo tempo. “Ci vuole un ‘Whatever it takes’ energetico” vale a dire che occorre fissare “un tetto al prezzo del gas e della benzina perché altrimenti salta la fiducia degli italiani e si torna alla recessione nera”, dice Matteo Renzi. E sempre da Italia viva, Donatella Conzatti, commentando l’ordine del giorno di maggioranza al dl Sostegni ter, sostiene che le risposte date dal Governo finora “per quanto condivisibili risultano essere ancora parziali e devono essere necessariamente potenziate”.
Draghi contro gli aumenti dei prezzi gas, energia e carburanti ha perso fin troppo tempo
La stessa Bankitalia nel corso di un’audizione sul decreto Bollette sostiene che nella prospettiva di difficoltà prolungate sul fronte degli approvvigionamenti “i sostegni dovrebbero diventare più mirati” su famiglie e imprese. Ora, pressato da tutte le parti, pare che il premier si sia deciso a muoversi e probabilmente domani si terrà un Consiglio dei ministri che sul tavolo si porrà il problema del caro-energia.
Ma anticipazioni di stampa parlano di una strategia in due step. Prima un decreto taglia-prezzi per arginare subito i maxi-rincari su benzina e bollette e solo successivamente un secondo decreto con i sostegni diretti alle famiglie e alle imprese strozzate da caro-energia, caro-carburanti e caro-materie prime. “I temi su cui il governo sta ragionando- spiega la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra – sono due: il fronte energetico, luce e gas, e quello del carburante, quindi benzina e diesel.
Il Governo si sta muovendo pensando a misure diverse: intanto alleggerendo l’onere su famiglie e imprese, con un calmieramento delle bollette energetiche e la possibilità di rateizzare la spesa. Poi si sta cercando di capire come evitare o ridurre l’aumento del prezzo della benzina o del diesel”. Il punto sono le risorse. Draghi spalleggiato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, non ha alcuna intenzione di procedere a uno scostamento di bilancio, sebbene i partiti che lo sostengono – dal M5S alla Lega passando per il Pd – lo chiedano a gran voce.
Il rischio dunque è che con le risorse a disposizione ancora una volta le nuove misure si ridurranno al solito pannicello caldo. Per finanziare il taglio delle accise e il nuovo intervento per contenere di più le bollette del secondo trimestre – agendo anche sulle rate – si pensa di ricorrere agli incassi Iva sopra le attese legati proprio agli aumenti dell’energia e dei carburanti. Ma siamo nell’ordine di un paio di miliardi.
Mentre rimane complessa l’estensione della tassa sugli extra-profitti a tutte le imprese energetiche. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha chiesto con forza di dare subito ossigeno alle attività che altrimenti vedono a rischio la loro stessa sopravvivenza e propone di rifinanziare con un miliardo il Fondo di garanzia per le Pmi e di creare un fondo ad hoc, con 800 milioni, per i ristori.
A Franco il compito di reperire le risorse necessarie e in fretta. Cingolani intanto oggi sarà in Parlamento, a spiegare la strategia del governo contro il caro-prezzi e anche contro le “truffe” e speculazioni – su cui la procura di Roma ha aperto un’inchiesta – che hanno fatto schizzare il costo del pieno di benzina o gasolio, mentre continua il martellamento dei partiti che chiedono di tagliare in modo corposo i prezzi dei rifornimenti alla pompa. Il Pd propone di scendere “sotto i 2 euro al litro”, ben più quindi del taglio da 15 centesimi che si ipotizza in queste ore. E ritorniamo al punto di partenza: le risorse che non ci sono.