Ora potete stare tranquilli: Facebook continuerà a censurare vostre foto in cui c’è qualcosa che assomiglia a un capezzolo, vi ammonirà se scrivete una parola razzista riportando testualmente un discorso razzista che fortemente condannate ma in compenso oggi vi permette di augurare la morte ai russi e a Putin.
Facebook avrebbe deciso di allentare i limiti sui post che invocano la morte contro Putin e Lukashenko
Reuters infatti riporta che Meta (la società che controlla tra gli altri Facebook e Instagram) avrebbe deciso di allentare i limiti sui post che invocano la morte contro Vladimir Putin e Alexandr Lukashenko. “A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole.
Ad esempio, post violenti come l’invocare la ‘morte agli invasori russi’. Non consentiremo nulla che riguardi la promozione della violenza contro i civili russi”, ha affermato un portavoce di Meta in una nota. In alcune email interne, Meta avrebbe consentito l’elogio del battaglione ucraino di destra Azov, che normalmente è proibito, in un cambiamento riportato per la prima volta dal sito The Intercept.
Il portavoce di Meta, Joe Osborne, aveva confermato l’eccezione “rigorosamente nel solo contesto della difesa dell’Ucraina”. Eppure nella policy di Facebook si legge chiaramente che bisognerebbe evitare di “indirizzare minacce fondate o incitare all’odio verso personaggi pubblici. Permettiamo discussioni aperte e critiche nei confronti di persone che sono menzionate dai media o ricevono una grande attenzione da parte del pubblico per le loro attività professionali e non.
Rimuoviamo le minacce credibili nei confronti di personaggi pubblici e le incitazioni all’odio a loro indirizzate, come avviene anche per i singoli individui”. Non solo. Scrive Meta nelle sue regole: “Non consentiamo la presenza di organizzazioni o individui coinvolti in attività terroristiche, attività di gruppi violenti o criminali organizzati, omicidi di massa o seriali o gruppi organizzati inneggianti all’odio. Eliminiamo anche i contenuti che esprimono sostegno a gruppi che si distinguono per comportamenti violenti o criminali come quelli sopra menzionati.
Non è consentito sostenere o elogiare i leader di tali organizzazioni o giustificarne le attività violente”. Zuckenberg indossa l’elmetto e va alla guerra, scegliendo di prenderne parte non solo come difensore degli oppressi ma come fiancheggiatore nell’eventuale sterminio degli oppressori. Tutto questo dopo anni contro le campagne d’odio appoggiate dal fondatore di Facebook (a proposito di oligarchie) che sono state spesso smentite.
Non è passato molto tempo da quando l’ex dipendente di Facebook, l’ex manager Frances Haugen, ha raccontato al mondo come Facebook “tradisce la democrazia” specificando come “i discorsi che incitano all’odio, quelli politici divisivi e la disinformazione su Facebook e la sua famiglia di app stanno influenzando le società di tutto il mondo”. L’ufficio del procuratore generale russo chiede che Meta, la società che detiene Facebook e Instagram, venga riconosciuta come organizzazione estremista. Lo riferisce la Tass citando un comunicato della Procura.
La decisione arriva dopo che Facebook e Instagram hanno deciso di togliere la censura ai post contro la Russia. “Quello che Meta sta facendo è chiamato ‘incitamento all’odio razziale’ che nella legislazione russa si qualifica come estremismo”, ha detto il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. Il dubbio è che in fondo anche Facebook abbia trovato il modo per guadagnare dalla guerra.