Quindicesimo giorno di guerra in Ucraina. Mentre ci sono ancora bombe e morti nelle città, si spera nella soluzione sul piano diplomatico, attraverso colloqui previsti già in giornata, in primi quello tra il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, e il suo omologo ucraino, Dmitry Kuleba.
Guerra in Ucraina, i ministri degli esteri di Russia e Ucraina, Lavrov e Kuleba, si incontrano in Turchia
Secondo le forze armate ucraine, la Russia “non abbandona i piani per accerchiare Kiev, continuando l’operazione offensiva nelle direzioni di Polissya e Siversky”. Nella notte, nella capitale sono state avvertite ancora sirene antiaeree. Stamattina le forze armate ucraine hanno evidenziato che “gli sforzi principali sono concentrati sulla prevenzione dell’avanzata del nemico in direzione sud-est”.
Inoltre, continua la “difesa” della città di Mariupol (leggi l’articolo) e in generale nel paese si è “ridotto il ritmo dell’offensiva”, hanno spiegato. Nella regione di Sumy, durante un bombardamento avrebbero perso la vita due donne e un ragazzino di 13 anni, secondo quanto ha riferito sui social il capo dell’amministrazione regionale, Dmytro Zhyvytsky. Nella regione di Kharkiv, a seguito di un bombardamento sono morte quattro persone, di cui due donne e due bambini. Lo ha riferito il Servizio statale per le emergenze ucraino, spiegando che l’attacco è avvenuto nel villaggio di Slobozhanske e che una bambina di cinque anni è rimasta ferita.
L’Unicef ha lanciato l’allarme: “In meno di due settimane, almeno 37 bambini sono stati uccisi e 50 feriti, mentre più di 1 milione di bambini sono fuggiti dall’Ucraina verso i paesi vicini”, ha affermato la direttrice esecutiva Catherine Russell, spiegando di essere “inorridita” per l’attacco di ieri all’ospedale di Mariupol e rinnovando l’appello per un “immediato cessate il fuoco”.
“I bambini dell’Ucraina – ha aggiunto – hanno un disperato bisogno di pace”. “Tutto ciò che gli invasori stanno facendo a Mariupol è già al di là delle atrocità”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video. “Europei, ucraini, residenti di Mariupol – ha continuato – oggi dobbiamo essere uniti nel condannare questo crimine di guerra della Russia, che riflette tutto il male che gli invasori hanno portato nella nostra terra”.
Intanto emerge il timore per un possibile uso di armi chimiche. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, su Twitter ha smentito quelle che ritiene “false affermazioni della Russia” in merito a “presunti laboratori statunitensi di armi biologiche e sullo sviluppo di armi chimiche in Ucraina”. Psaki, però, ha anche aggiunto che “dovremmo tutti stare in guardia sul possibile uso della Russia di armi chimiche o biologiche in Ucraina”.
Nel frattempo la vicepresidente statunitense Kamala Harris è in viaggio in Polonia e in settimana sarà anche in Romania. “Questo viaggio – ha affermato in un tweet – arriva in un momento importante in cui gli Stati Uniti continuano a dimostrare unità con i nostri alleati della Nato e a fornire supporto al popolo ucraino in risposta all’invasione da parte di Putin”.
Sul piano diplomatico continuano gli sforzi di mediazione per giungere prima possibile a un accordo che metta fine alla guerra in Ucraina. C’è attesa, infatti, per l’incontro previsto per oggi tra il ministro degli Esteri ucraino Kuleba e l’omologo russo Lavrov, a margine del forum diplomatico di Antalya in Turchia.
Guerra in Ucraina, Zelensky: “Tutta l’Europa è in pericolo”
“Ma siete a conoscenza di quanto annunciato a Mosca negli ultimi anni? Avete mai sentito una sola frase rispettosa nei confronti dell’Ue? Credete che Putin riconosca l’Europa come potenza alla pari? No. Il suo scopo è quello di dividere e lacerare l’Europa, come sta facendo con l’Ucraina”. Afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista a Die Zeit pubblicata dal Corriere. “Ascoltate quello che dice la propaganda russa. Lo predicano persino dalle loro chiese – aggiunge -, che bisogna conquistare altri Stati: la Moldavia, la Georgia, le repubbliche baltiche. A mio avviso anche la Polonia è minacciata. Anzi, l’intero continente europeo è in pericolo, fintanto che a Putin verrà consentito di aggredire un Paese vicino”.
“Vivo tra la mia gente – spiega Zelensky -, è la migliore protezione che ci sia. Quando la Russia preparava l’invasione, Putin non poteva immaginare che gli ucraini avrebbero difeso il loro Paese con tale determinazione. Non solo pochi individui, bensì la nazione intera. Il Cremlino non pensava certamente che questa, per noi, sarebbe stata la Grande guerra patriottica – proprio come quella che l’Unione sovietica combattè contro Hitler. I collaboratori di Putin non conoscono affatto l’Ucraina. Ma noi siamo così. Con l’Ucraina al tuo fianco, ti senti al sicuro. E’ un principio, questo, che servirà da lezione a molti in Occidente”.
“Non abbiamo paura. Abbiamo già dimostrato al mondo che sappiamo difenderci. Ma siccome parlate di paura, ho una cosa da dirvi: non siamo noi a doverci sentire intimoriti, bensì i politici di tutto il mondo – sottolinea il presidente -. Voglio dire, tutti coloro che oggi guardano all’Ucraina e si chiedono: anche il mio Paese rischia l’invasione? Quello che la Russia sta facendo all’Ucraina – conclude Zelensky – in questo momento, altri Paesi potrebbero tentare di farlo nei confronti dei loro vicini. Ed è per questo che la difesa dell’Ucraina e il sostegno dell’Occidente rappresentano realmente una mobilitazione globale contro la guerra. Tutti i potenziali aggressori in giro per il mondo devono sapere che cosa li aspetta, se osano scatenare una guerra”.