Neppure la sua decisione di sottoporsi a una nuova votazione, dopo la decisione del Tribunale di Napoli di sospenderlo come presidente del M5S (leggi l’articolo), sembra fermare l’assalto all’ex premier e leader pentastellato Giuseppe Conte. Ieri l’avvocato Lorenzo Borrè, iscritto a M5S e legale degli attivisti protagonisti del ricorso nel capoluogo campano, ha fatto sapere che il nuovo statuto del Movimento a suo avviso non è compatibile con le linee guida della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. Una mossa compiuta a pochi giorni dalle nuove votazioni sullo stesso statuto, in programma per giovedì e venerdì prossimi.
L’avvocato Borrè ha fatto sapere che lo statuto del M5S non è compatibile con le linee guida della Commissione di garanzia
L’avvocato Borrè ha dichiarato di aver “fatto richiesta di chiarimenti alla Commissione, in modo da poter fare osservazioni in sede assembleare”. “Per poter essere iscritti al registro dei partiti e accedere ai benefici del 2 per mille – ha sottolineato – lo statuto deve dare a tutti gli iscritti la possibilità di accedere alle cariche apicali, compresa la presidenza. Invece due articoli non sono compatibili, il 17 e il 25: si prevede la cooptazione del presidente da parte del garante”.
Secondo il legale, manca il criterio della parità di accesso alle cariche e questo confligge con le linee guida della Commissione del 2018. La settimana prossima è attesa anche la decisione sull’istanza di revoca del Movimento 5 Stelle, presentata al Tribunale di Napoli dopo la sospensiva dello statuto varato ad agosto e della elezione dell’ex premier Conte alla presidenza. Borrè precisa inoltre di aver fatto l’ulteriore passo in quanto iscritto al M5S dal 26 marzo 2021, anche se ancora non avrebbe ricevuto l’invito a votare la settimana prossima. “Fino all’8 marzo – ha concluso – è possibile fare osservazioni sullo statuto da votare e i nodi vanno sciolti prima per non avere problemi dopo”.
L’ex premier è sempre più in difficoltà. Ha ripetuto che la leadership non è solo questione di cavilli o pronunce da parte di un Tribunale, di lavorare da tre anni insieme ai pentastellati e di aver ottenuto il 92% delle preferenze. Ha affermato che è unito alla comunità M5S da principi e valori per cui insieme hanno lottato, specificando che si tratta di etica pubblica, tutela dell’ambiente, biodiversità, lotta ai privilegi e alla corruzione.
L’ex premier ha anche affermato di attendere con fiducia i pronunciamenti del Tribunale e di essere allo stesso tempo, sempre insieme al M5S, deciso a lavorare e a dispiegare l’azione politica a 5 stelle nei prossimi mesi e anni. Ha infine sostenuto che, per non perdere tempo, ha accettato di sottoporsi nuovamente al voto degli iscritti il 10 e 11 marzo prossimi, assicurando di non aver mai paura della democrazia e del voto. Conte continua a parlare da leader.
“Serve un grande piano europeo, un Energy Recovery Plan, come in pandemia – ha dichiarato – per proteggere cittadini, famiglie e imprese dal rincaro di bollette e prezzi dell’energia. Dobbiamo agire tempestivamente al fine di evitare che siano i cittadini a pagare il prezzo del conflitto ucraino”.
Ha poi aggiunto di ritenere un bene che ora in Europa si parli di un “Energy Compact” per aumentare gli investimenti in rinnovabili e finanziare l’efficientamento degli edifici, come in Italia con il Superbonus. Ma ora è arrivata l’ulteriore mossa di Borrè e la guida del M5S sta diventando una partita a scacchi.