Tregua Ucraina Russia: quando sarà possibile e perché Putin non la rispetta? Cosa è successo dopo il secondo round di negoziazioni tra le delegazioni dei due Paesi in guerra?
Tregua Ucraina Russia: quando sarà possibile? I dettagli
Nel tardo pomeriggio di giovedì 3 marzo, si è concluso il secondo round di trattative tra la delegazione ucraina e la delegazione russa. In questa occasione, si è deciso di optare per un cessate il fuoco temporaneo al fine di consentire l’attivazione di corridoi umanitari da destinare all’evacuazione dei cittadini ucraini.
I risultati scaturiti dall’incontro, come sottolineato da Kiev e dal capodelegazione ucraino Mikhail Podolyak, non sono “quelli su cui contavamo” e si è deciso di organizzare un terzo round di negoziazione.
A ogni modo, con il cessate il fuoco temporaneo per i corridoi umanitari, pareva profilarsi l’ipotesi di una tregua tra Ucraina e Russia al fine di consentire lo svolgimento delle operazioni in piena sicurezza. Nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4 marzo, tuttavia, le sirene che precedono i raid missilistici hanno cominciato a riecheggiare con violenza a Kiev, a Leopoli e in altre città ucraine. Il Cremlino, infatti, ha ordinato nuovi e pesanti bombardamenti che hanno colpito la regione di Sumy, la città di Kharkiv (già espugnata dall’esercito russo nella giornata di mercoledì 2 marzo) e il nord-est del Paese.
Durante l’attacco notturno, è stata colpita anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande attualmente esistente in Europa. L’offensiva russa ha colpito uno dei sei reattori dell’impianto, al momento in manutenzione e pertanto non operativo.
Perché Putin non rispetta il cessate il fuoco? La posizione del Cremlino
Con i bombardamenti avvenuti nella notte tra il 3 e il 4 marzo 2022, sfuma di fatto l’ipotesi tanto agognata della tregua tra Ucraina e Russia.
Le recenti operazioni militari ordinate dal Cremlino, inoltre, confermano la volontà del presidente Vladimir Putin di non cedere rispetto alla sua politica aggressiva e di procedere nell’offensiva senza condizioni.
Nella giornata di giovedì 3 marzo, il leader russo ha palesato in più circostanze e in modo chiaro quali siano i suoi obiettivi e le sue intenzioni. Nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza del Cremlino, ad esempio, Putin ha dichiarato: “Russia e Ucraina sono un unico popolo. L’operazione militare speciale proseguirà, non si tornerà indietro finché non annienteremo l’anti-Russia creata dall’Occidente”.
In occasione di un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, poi, il presidente russo ha ribadito: “La Russia si fermerà solo in caso di completa smilitarizzazione dell’Ucraina”.
Le parole di Putin, quindi, indicano in modo evidente che il Cremlino non sia disposto ad attuare alcun tipo di politica distensiva né di de-escalation in merito all’invasione dell’Ucraina.