Messo momentaneamente da parte a causa della guerra e delle difficoltà che ne stanno derivando, partendo dagli approvvigionamenti di energia, quello dei cambiamenti climatici resta il tema principale a livello mondiale. Circa la metà degli abitanti del globo vive infatti in contesti ormai critici e senza una vera inversione di rotta si sta procedendo velocemente verso un punto di non ritorno. A evidenziarlo è il rapporto “Cambiamenti climatici 2022: impatti, adattamento e vulnerabilità” dell’Onu (qui il documento).
In oltre tremila pagine, il dossier fa il punto sulla salute del Pianeta, a distanza di otto anni dal precedente “Rapporto di Valutazione”. Un documento che è una delle tre parti del “Sesto Rapporto di valutazione” e che è stato approvato dai 195 Paesi delle Nazioni Unite, da 270 scienziati e da 67 Paesi esperti del settore. Viene fatto un lungo elenco di eventi meteorologici estremi, dalle ondate di caldo alla siccità, dalle inondazioni agli incendi, con perdita di vite umane e di biodiversità, fino all’innalzamento dei mari e ai danni alle infrastrutture, precisando che tutte le aree del mondo hanno fatto i conti almeno con uno di essi.
“Alcuni impatti sono già irreversibili, poiché hanno spinto i sistemi naturali e umani oltre la loro capacità di adattamento”, viene precisato nel rapporto. E si tratta di impatti “a cascata, sempre più difficili da gestire”, che hanno “esposto milioni di persone anche a una grave insicurezza alimentare e idrica, soprattutto in Africa, Asia, Centro e Sud America, nelle piccole isole e nell’Artico”.
Gli esperti hanno stimato che nel mondo fra i 3,3 e i 3,6 miliardi di persone vivono in contesti “altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici” e che il riscaldamento globale è aumentato a 1,1 gradi centigradi, valore ritenuto già critico per “uno sviluppo resiliente al clima” e per contenere i disastri naturali. Una parte del dossier è dedicata alla “Sintesi per i decisori politici”, evidenziando le misure più urgenti da adottare.
In circa trenta pagine, gli scienziati elencano così i 127 rischi per l’umanità, andando dalla salute all’agricoltura, dall’economia alle infrastrutture, fino agli ecosistemi. E sottolineano le aree del mondo in cui incidono maggiormente tali rischi, oltre alle azioni di “adattamento”, che servono per anticipare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici e prevenire o ridurre al minimo i danni. Viene sostenuto che “è urgente un’azione ambiziosa e accelerata per adattarsi ai cambiamenti climatici, con più fondi, riducendo nel contempo in modo rapido le emissioni di gas serra” causate dall’uomo e all’origine del global warming.
Per gli scienziati, “qualsiasi ulteriore ritardo farà perdere una finestra di tempo, breve e che si chiude rapidamente,” e con essa “un futuro vivibile”. Per l’Europa, in particolare, sono stati individuati 4 rischi-chiave: ondate di calore, rischi per la produzione agricola, scarsità di risorse idriche e inondazioni.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres (nella foto), ha parlato di “abdicazione criminale” nella lotta al riscaldamento globale rispetto alla “sofferenza dell’umanità”, definendo la pubblicazione “un atto d’accusa schiacciante del fallimento dei leader” e indicando che “i colpevoli sono i più grandi inquinatori del mondo, che incendiano la sola casa che abbiamo”. “Perdere tempo – ha aggiunto lo stesso segretario delle Nazioni Unite – vuol dire morire”.