“Renoldi, che viene dal settore della magistratura di sorveglianza, in passato è stato autore di numerose affermazioni, a mio modo di vedere, infelici su temi sensibili della giustizia italiana” e “alla luce di queste dichiarazioni, la scelta della Guardasigilli seppur legittima, a noi del Movimento 5 Stelle appare inopportuna”. A dirlo senza peli sulla lingua è la deputata del Movimento 5 Stelle, Angela Salafia, avvocatessa e non a caso membro della commissione Giustizia, in relazione alla decisione della ministra Cartabia di puntare sul magistrato Carlo Renoldi per il vertice del Dap.
Dopo Dino Petralia, al Dap potrebbe arrivare Carlo Renoldi. Un nome su cui si è sollevato un polverone con M5S pronta a fare le barricate. Ci può spiegare cosa sta succedendo?
“I polveroni non aiutano mai a fare chiarezza. Specifichiamo allora che la proposta del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria spetta al ministro della Giustizia. Poi c’è la deliberazione del Consiglio dei ministri e quindi la nomina del presidente della Repubblica. Al momento c’è stato solo il primo di questi passaggi, ossia l’individuazione di Carlo Renoldi da parte della ministra Cartabia. Una scelta di per sé legittima, giusto chiarirlo”.
Il magistrato scelto dalla Cartabia in passato ha fatto affermazioni discutibili in cui ha criticato quella che definisce “l’antimafia dei martiri”. Che effetto le fa questa definizione, specie alla luce del fatto che siamo nel trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio?
“Ecco su questo vanno aggiunte delle considerazioni. Renoldi, che viene dal settore della magistratura di sorveglianza, in passato è stato autore di numerose affermazioni, a mio modo di vedere, infelici su temi sensibili della giustizia italiana. In un caso definì la posizione dell’antimafia come ‘arroccata nel culto dei martiri’. Ebbene, alla luce di queste dichiarazioni, la scelta della Guardasigilli seppur legittima, a noi del MoVimento 5 Stelle appare inopportuna”.
Lo stesso Renoldi in alcuni convegni ha criticato il regime del 41-bis. Che effetto le fa pensare che proprio lui potrebbe trovarsi a capo del Dap?
“Davanti a questo scenario i primi sentimenti che pervadono me e tutti i colleghi del M5S sono quelli di forte preoccupazione e perplessità perché noi, a differenza di Renoldi, siamo pienamente coscienti dell’importanza, imprescindibile, del circuito del 41 bis che ha consentito al nostro Paese passi in avanti nella lotta alla mafia e al terrorismo impensabili fino a qualche decennio fa”.
Intanto è arrivata in aula la riforma dell’ergastolo ostativo che dovrà rispondere alle sentenze della Corte Costituzionale. Il testo fin qui discusso la soddisfa?
“Quello che è arrivato a Montecitorio sul nuovo ergastolo ostativo è un testo, frutto di una sintesi operata dal presidente della commissione Mario Perantoni, che tiene conto delle proposte avanzate dal Movimento 5 Stelle sin dal primo momento. Abbiamo fatto in modo che trovassero spazio di applicazione alcune indicazioni di magistrati che sono stati auditi in commissione. Sappiamo bene purtroppo che le mafie rappresentano ancora una minaccia urgente e non potevamo permettere che venisse smantellato l’istituto dell’ergastolo ostativo che ha avuto una funzione fondamentale nella lotta alla criminalità organizzato. La legge, aggiornata con l’introduzione dei rilievi della Consulta, può continuare a svolgere la sua funzione”.
Alla luce delle riforme della giustizia fin qui approvate, come giudica la decisione del Movimento 5 Stelle di fare parte dell’attuale maggioranza?
“L’abbiamo detto più volte e lo ripetiamo: siamo entrati in questo per difendere i provvedimenti che avevamo ottenuto dopo lunghe battaglie. Tra queste ci sono senz’altro la riforma del Csm e in generale tutti i temi della Giustizia”.