Non è certamente il primo pensiero dei pentastellati in questi giorni. Con una guerra in corso e il rischio che la questione energetica diventi una vera e propria emergenza nazionale, il destino del M5S occupa una posizione lontana dalle priorità di agenda. Chissà se fino a una settimana fa sarebbe stato così per Beppe Grillo, Luigi Di Maio e, soprattutto, per Giuseppe Conte. Come spesso accade, però, la vita deve andare avanti. E dev’essere condotta parallelamente ai grandi eventi della storia, com’è appunto la guerra in corso a Kiev.
E così molto probabilmente se da una parte i pentastellati saranno sintonizzati su Kiev, sulle mediazioni che proseguono e sull’informativa di Mario Draghi alle Camere per comprendere posizione dell’Italia ed emergenze, dall’altra i pentastellati affronteranno una giornata per loro epocale. E dunque lo sguardo sarà rivolto al Tribunale di Napoli.
Sul tavolo dei giudici di Napoli il ricorso M5S sullo Statuto
È qui, infatti, che oggi alle 12.30 si terrà l’udienza davanti al Tribunale civile di Napoli sulla richiesta del M5S di revoca della sospensione delle modifiche allo Statuto del Movimento e dell’elezione alla presidenza di Conte, decisione presa dai giudici della Settima sezione con l’ordinanza depositata lo scorso 7 febbraio (leggi l’articolo).
Il giudice monocratico dovrà esprimersi su due domande, essenzialmente: sulla competenza territoriale della causa, sollevata da tre attivisti rappresentati dall’avvocato Lorenzo Borrè, e soprattutto sull’istanza di revoca della sospensione avanzata dal M5s attraverso l’avvocato Francesco Astone. Secondo l’ordinanza di febbraio del Tribunale, come qualcuno ricorderà, la “illegittima esclusione dalla platea dei partecipanti all’assemblea del 3 agosto 2021 degli iscritti all’Associazione Movimento 5 Stelle da meno di sei mesi ha determinato l’alterazione del quorum assembleare nella deliberazione di modifica del proprio statuto”.
Quindi sono state sospese quelle delibere e anche l’elezione di Conte alla presidenza. “Dubito che domani arrivi una decisione”, dice Borrè alle agenzie, e che venerdì ha depositato una memoria di 34 pagine. Insomma, la partita a carte bollate prosegue e potrebbe arrivare una nota decisiva già oggi, a meno che i giudici non decidano di riservarsi e concedersi ulteriore tempo.
Nel frattempo, però, la vita politica va avanti. E così il M5S ha già convocato per il 10 e 11 marzo una consultazione – a cui possono votare solo gli iscritti da sei mesi – sul nuovo statuto, aggiornato con le modifiche richieste dalla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e controllo dei rendiconti dei partiti politici.
Questi aggiustamenti, però, potrebbero non bastare. Almeno a sentire Borrè, secondo cui “la votazione sulla piattaforma SkyVote potrebbe costituire un vizio procedurale”. E questo perché “lo statuto in vigore attualmente prevede che le votazioni si svolgano sulla piattaforma Rousseau”.
Un timore, questo, che in realtà è condiviso anche da diversi parlamentari. Se dunque alcuni sono cauti su quello che potrebbe accadere, altri credono ci possano essere ottime chance di ottenere una revoca. “Le condizioni ci sono, la documentazione presentata dal Movimento è nitida”, ribadiscono diversi parlamentari. Che confidano, ancora una volta, in una definitiva ripartenza di un “nuovo” M5S. Specie ora che, confidano fonti interne, è “pace fatta” tra Conte e Di Maio. Basta solo superare le ultime beghe legali e si potrà ripartire.