Per chi cerca di capire dove soffia il vento seguendo l’odore dei soldi, il crollo di ieri alla Borsa di Mosca (-13%) dice tutto: Putin muoverà guerra all’Ucraina, col pretesto di difendere le due regioni filo-russe che ha unilateralmente riconosciuto come nuove repubbliche.
Dopo due anni di pandemia, un conflitto alle porte dell’Europa era proprio quello che ci mancava, ed è difficile trovare una sola giustificazione alla decisione del Cremlino, evidentemente costretto a spingere sulla leva del nazionalismo per compensare la grave crisi economica interna e soffocare più che mai il dissenso.
Il conto di tutto questo purtroppo lo pagheremo anche noi, oltre a quanto non stiamo già facendo svenendo davanti alle bollette stratosferiche di luce e gas. Con un’unica possibile consolazione: se il governo italiano dovrà dare un contributo militare alla Nato magari spedirà al fronte il più bravo dei nostri generali, quello che abbiamo schierato contro il virus, con un carico di nuove mostrine per la divisa e possibilmente tutto l’arsenale dei Green Pass.
Pur con i dati sanitari in miglioramento, e mentre in tutta Europa si vanno togliendo le restrizioni per il virus, qui sembra che non si possa fare a meno di altri lunghi mesi col certificato verde, e per di più si avvia la quarta dose del vaccino ai soggetti deboli.
Una sberla a quella parte del Paese che ha seguito tutte le precauzioni chieste nelle fasi acute della pandemia, mentre i no vax e chi se n’è fottuto di dare il proprio contributo per ridurre la circolazione dei contagi continuerà a fare le orecchie da mercante. Ma Figliuolo può ancora rifarsi col Green Pass al fronte. Auguri!