di Carola Olmi
Nero, azzurro e rosso. Nei colori sociali dell’Inter c’era da troppo tempo una tinta che stona, soprattutto nei conti di un club sportivo. Un buco che parte da lontano, ancor prima della scalata di Massimo Moratti alla società fatta grande dal padre, Angelo. Ma certo, un buco cresciuto a dismisura proprio con il presidente degli ultimi 18 anni. Debiti diventati troppo pesanti anche per uno dei protagonisti mondiali della raffinazione del petrolio. Così, dopo cinque mesi di trattative, la maggioranza del club è a un passo dal cambiare padrone, proiettando sulla scena del grande calcio europeo un magnate indonesiano, Erik Thohir, fino a ieri pressochè sconosciuto persino agli addetti ai lavori.
Svolta obbligata
Ancora ignota la quota che passerà di mano (si parla del 70%) e soprattutto il prezzo concordato. Le firme all’intesa raggiunta sulle grandi linee a Parigi e che ora dovrebbero essere una pura formalità, arriveranno la prossima settimana. A far prendere una svolta decisiva alla partita è stato l’ultimo incontro negli uffici della banca Lazard, dove i rispettivi rappresentanti legali erano al lavoro già da diverso tempo. Una trattativa laboriosa, tanto che l’accordo giunge dopo cinque mesi di trattative. E a spingere sono stati più di tutto i bilanci profondamente negativi della società calcistica, che hanno reso necessaria l’operazione. Ora non resta che capire i dettagli dell’accordo. E quale sarà il ruolo di Moratti nella nuova Inter. E anche se dovrebbe continuare ad avere un ruolo centrale nella società, non resterà alla presidenza. Si chiude così un era che ha portato grandissime soddisfazioni ai tifosi nerazzurri, ma anche perdite sempre crescenti agli azionisti. Perdite però in parte ripagate dalle numerose vittorie.
Il presidente del triplete
Correva l’anno 2010 quando l’Inter di Moratti e Josè Mourinho, contro tutto e tutti, conquistava i campi italiani e quelli dell’intera Europa vincendo tutto il possibile. Con Moratti al comando l’Inter ha vinto 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Mondiale per club e 1 Coppa Uefa. Le ultime stagioni e soprattutto l’inizio di questo campionato avrebbero però convinto Moratti (assistito da Ernst & Young per la parte due diligence e valutazione) a farsi da parte. Per fronteggiare le nuove sfide servirebbero infatti nuovi investimenti pesanti, che il patron della Saras – insieme al fratello Gianmarco, dal quale ha recentemente diviso le quote societarie – ha ritenuto di non poter sostenere. Su questi investimenti, che fanno parte degli accordi, ci sarebbero da definire gli ultimi dettagli prima della firma definitiva che secondo l’agenzia di stampa economica Radiocor potrebbe arrivare già lunedì prossimo. Tempi previsti un po’ più lunghi da altri osservatori.