L’articolo di ieri del nostro giornale sulla strana coincidenza tra l’investimento che Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha appena fatto nel fondo lussemburghese Muzinich (leggi l’articolo) e la successiva assunzione del suo fondatore Massimo Di Carlo non è passato inosservato. L’8 febbraio un comunicato di Cdp (qui la nota) recitava così: “Un miliardo di euro per offrire nuove opportunità di crescita e finanziamenti a oltre 100 Pmi e Mid Cap europee colpite dagli effetti economici della pandemia. Questo è l’obiettivo del fondo Muzinich Diversified Loans Fund II in cui Cdp e il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) si sono impegnati a investire complessivamente 150 milioni di euro (rispettivamente 100 milioni da Cdp e 50 milioni dal Fei)”.
Cento milioni al fondo estero. Lo strano investimento della Cassa depositi e prestiti
In un altro comunicato, invece, datato 14 febbraio con cui Cassa depositi e prestiti ci informava che dal primo marzo Di Carlo sarà il nuovo direttore del Business si è appreso che il designato è il cofondatore di Muzinich & co. Sgr. Insomma ci è sembrata una singolare coincidenza che l’amministratore delegato della Cassa, Dario Scannapieco (nella foto), abbia deciso di assumere il fondatore della società in cui sta investendo 100 milioni. Società ai cui vertici siede tra l’altro Fabrizio Pagani, economista e collaboratore dell’allora ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan nei governi Renzi e Gentiloni, oltre che notoriamente vicino al segretario del Pd, Enrico Letta.
Startmag, una testata online sensibile alla comunicazione di Cassa depositi e prestiti, ha fatto notare che “l’operazione, comunicata la settimana scorsa, è stata presentata e approvata durante la gestione Cdp di Fabrizio Palermo, l’amministratore delegato non confermato dal governo Draghi” che ha scelto invece Scannapieco. “L’operazione, infatti, ha avuto l’ok nel marzo 2021 con un passaggio nel cda, quando alla guida di Cdp c’era Palermo”.
A parte che di quest’operazione Scannapieco nel comunicato dell’8 febbraio si beava sostenendo che così “Cdp continua a favorire l’accesso al credito delle Pmi e Mid Cap colpite dagli effetti della pandemia” e che “prosegue così l’impegno di Cdp a sostegno dei piani di investimento in innovazione, sostenibilità e crescita internazionale delle Pmi e Mid Cap, in linea con gli obiettivi del Piano strategico 2022-2024”, appare strano che un finanziamento ipotizzato un anno prima sia stato varato dal solerte Scannapieco con un anno di ritardo. Inoltre la nomina di Di Carlo non può essere certo attribuita all’ex Ad Palermo, ormai fuori dalla Cassa depositi e prestiti.
Su questo è intervenuto il senatore Vincenzo Presutto (M5S), componente della commissione Bilancio del Senato e della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, che ha chiesto al gruppo di Scannapieco di far luce sulla singolare coincidenza rilevata dal nostro giornale davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla stessa Cassa. “È questo – dice – il contesto istituzionale all’interno del quale Cdp è chiamata a fornire spiegazioni, che non dovrebbero invece essere veicolate sotto forma di veline ad altre testate”.
“In una di queste indiscrezioni – ha continuato Presutto – si legge che l’operazione Muzinich sarebbe stata approvata nel marzo 2021, proprio mentre l’ex Ad di Cassa si apprestava a essere sostituito dall’attuale Ad. Ammesso e non concesso che questo sia vero, nel frattempo è passato un anno all’interno del quale gli attuali vertici non possono non aver dato un contributo decisivo alla finalizzazione dell’investimento”.