“Ascoltare la conferenza stampa di ieri del presidente della Consulta Giuliano Amato ci ha dato la certezza che la decisione su cannabis e eutanasia è stata politica”. È quanto ha detto il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, nel corso della conferenza stampa (qui il video) indetta insieme ai presidenti dei comitati promotori dei due referendum bocciati dalla Consulta (leggi l’articolo).
Referendum, Cappato: “Il presidente della Consulta Amato ha detto cose non vere”
“Il presidente Amato ha detto cose non vere – ha aggiunto Cappato -, oggi si direbbe fake news. Gli esempi fatti dal presidente della Corte Costituzionale sono totalmente non corrispondenti al vero, ma se anche fossero stati veri non avrebbero dovuto decretare l’inammissibilità dei referendum, perché questo non era un giudizio di costituzionalità anticipato della normativa di risulta, cioè di come sarebbe risultata la legge dopo l’abrogazione, questo era un giudizo di ammissibilità”.
“E allora – ha proseguito Cappato – anche se fosse stato vero che a causa del referendum una persona che ha bevuto un po’ troppo avrebbe potuto legalmente ammazzarne un’altra che ha bevuto un po’ troppo anche lei, il referendum sarebbe stato ugualmente possibile, ma è falso. Non è vero, cioè, che il referendum avrebbe portato a questo, perché la parte che riguarda la condizione di deficienza psichica, anche per l’abuso di sostanze, noi non l’abbiamo cancellata, il referendum non la cancella, e quindi chi avesse commesso quello che ieri il presidente della Corte Costituzionale ha affermato per dire che siamo una banda di incapaci, quella persona sarebbe condannata per omicidio volontario e nemmeno per omicidio del consenziente”.
“Anche per quanto riguarda le droghe – ha sottolineato Cappato – non c’è nessuna legalizzazione della cocaina, sulla quale si potrebbe aprire un importante dibattito, e nessuna legalizzazione dell’eroina, perché si parla di coltivazioni, ma si mantengono intatte al 100% le punizioni di tutte le operazioni che fanno passare da una pianta a una droga, tranne che per la cannabis”.
“Noi non siamo abituati a fare processi alle intenzioni e probabilmente non sarebbe stata necessaria una conferenza stampa se non ci fosse stato un attacco così diretto e esplicito al contenuto e alla qualità del lavoro fatto” dai comitati referendari sui quesiti giudicati inammissibili ieri dalla Corte Costituzionale. “Se domani mattina saranno discussi e approvati testi di legge migliorativi della situazione attuale ne saremmo felici e saremmo pronti a sostenerli” ha aggiunto ancora Cappato.