“Intensificare i servizi di prevenzione, allo scopo di garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni previste”. E al tempo stesso “attivare ogni possibile canale di preventivo dialogo con i promotori o gli organizzatori delle iniziative, valutando a tal fine anche l’opportunità di un coinvolgimento dei dirigenti scolastici”. È quanto scrive il capo di Gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, in una circolare inviata ai prefetti e ai questori in vista della manifestazione nazionale, che interesserà una quarantina di piazze, per venerdì 18 febbraio dal Fronte della Gioventù comunista dopo la morte di due studenti impegnati in stage formativi. La protesta riguarda anche la reintroduzione delle due prove scritte agli esami di maturità (leggi l’articolo).
Il Viminale teme le proteste degli studenti. “Isolare le frange più radicalizzate”
L’interlocuzione dei questori con gli organizzatori delle manifestazioni studentesche in programma venerdì, scrive ancora il Viminale, “potrà costituire un efficace strumento per scongiurare possibili strumentalizzazioni delle istanze studentesche e per isolare le frange più radicalizzate della protesta”. E ancora: appare “necessaria in considerazione della delicatezza delle tematiche sollevate dal mondo studentesco e della correlata esigenza che ad essa corrisponda una sensibile capacità di ascolto e mediazione”.
Il richiamo del Viminale ai prefetti, si legge ancora nel la circolare di Frattasi, è quindi a porre la massima attenzione affinché “i dispositivi siano orientati a tale linea d’azione, nel doveroso bilanciamento tra il diritto di manifestare e le indefettibili esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
“Cresce l’agitazione nelle scuole di tutta Italia” ha scritto nei giorni scorsi su Facebook il Fronte della Gioventù comunista. “Gli studenti si organizzano per scendere in piazza il 18 febbraio, contro l’alternanza e gli scritti alla maturità. Assemblee in tutte le città, decine e decine di occupazioni, azioni e presidi di fronte a prefetture e uffici scolastici. Questa è la forte risposta studentesca contro il governo che sta cercando in tutti i modi di gettare acqua sul fuoco delle proteste. Manganelli e repressione non ci fermeranno! Contro alternanza, repressione e nuova maturità. No alla scuola dei padroni!”.
E sono una trentina le scuole occupate dagli studenti di Torino. Questa mattina si sono aggiunti altri 9 istituti a quelli occupati nelle scorse settimane, in seguito alla protesta per la morte a Udine dello studente 18enne in stage Lorenzo Parelli e a quella nelle marche del 16enne Giuseppe. “Stiamo ricostruendo la scuola dal basso, non abbiamo fiducia in un ministero che non ci ascolta, non abbiamo più niente da perdere”, si legge sulla pagina Facebook di Laboratorio Studentesco (LaSt).