La Lega affetta da disturbo bipolare. Le sue due anime, l’un contro l’altra armata, ancora una volta entrano in conflitto. Sul Superbonus 110% si consuma l’ultimo scontro tra il leader Matteo Salvini, specchio della Lega di lotta e di Governo, e il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, legato a doppio filo al premier. Il duo Mario Draghi–Daniele Franco in conferenza stampa venerdì scorso (leggi l’articolo) aveva criticato la misura figlia del M5S come una delle più grandi truffe che la Repubblica abbia mai conosciuto. E accusato chi l’ha voluta di aver consentito una legge che contemplasse pochissimi controlli.
Sul Superbonus 110% si consuma l’ultimo scontro tra Salvini e Giorgetti
Un attacco che ha suscitato l’ira dei pentastellati. Se Finanza ed Entrate hanno finora scoperto truffe sui vari bonus edilizi per un valore di 4,4 miliardi, il M5S ha replicato – dati dell’Agenzia delle Entrate in mano- che solo il 3% di queste truffe hanno riguardato il Superbonus. E ha chiesto che il ministro dell’Economia venga in Parlamento a chiarire. Ma ritorniamo all’ennesimo scontro dentro la Lega. Il draghiano Giorgetti ha fatto da megafono al suo presidente del Consiglio e in un’intervista al Corriere della Sera ha sostenuto che il Superbonus sta avendo un effetto “drogante”.
Secondo Giorgetti “stiamo mettendo un sacco di soldi sull’edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita. Ma ora droghiamo un settore in cui l’offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all’inflazione”. Per il ministro dobbiamo chiederci “cosa può fare lo Stato di fronte alla rivoluzione digitale e energetica o allo choc che investe l’automotive, che deve uscire dai modelli endotermici tradizionali. Invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo”.
Parole che ancora una volta hanno mandato su tutte le furie i pentastellati. Ma ieri a tirare le orecchie a Giorgetti ci ha pensato Salvini. Altro che effetto drogante. “Il Superbonus – ha detto – è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità della cessione del credito, perché bloccare la cessione del credito significa bloccare l’edilizia che è l’unico settore che sta correndo in questo momento”. E sollecitato a rispondere sul giudizio negativo che ne ha dato invece il suo collega di partito ha dichiarato: “Giorgetti dice che non basta il Superbonus. Ovvio che non basta, però è fondamentale”.
Fondamentale ed efficace dunque contro drogante. Lo scontro cade nel giorno in cui il mondo produttivo, le banche, i tecnici, ancora una volta affidano a note, audizioni e via dicendo, il loro malcontento per la stretta inserita dal Governo sul Superbonus nel Sostegni ter. Una stretta che – denuncia l’Abi – “genera molteplici criticità innanzitutto per il settore edilizio e quindi per l’economia dell’Italia e, a valle, anche per le banche che sono tra i maggiori acquirenti dei crediti in questione”. Pur comprendendo le finalità di prevenzione delle frodi, le misure previste dall’esecutivo hanno determinato – spiega l’associazione bancaria italiana – una interruzione del positivo effetto registrato negli ultimi due anni e hanno generato incertezza per i contratti di cessione già stipulati. La Rete delle professioni tecniche e il Consiglio nazionale dei geometri hanno sostenuto che la stretta del Governo rischia di eliminare il mercato del Superbonus che, senza lo strumento della cedibilità del credito, ha “scarsissima possibilità di sopravvivenza”.
Checché ne dicano, Draghi e Franco difficilmente potranno far morire la misura che ha un tale consenso traversale sia a livello politico sia a livello di sistema bancario e imprenditoriale e dunque saranno costretti a tornare sui loro passi e a rivedere la stretta che hanno studiato sul Superbonus. I correttivi, a quanto risulta, saranno inseriti nel prossimo decreto sulle bollette che il Governo porterà nel Consiglio dei ministri che potrebbe tenersi o giovedì o venerdì. Nelle norme, oltre al codice identificativo, una sorta di bollino, che accompagnerà le operazioni di cessioni del credito, è anche previsto un limite massimo di tre cessioni del credito se queste operazioni avvengono all’interno del sistema bancario.