Salta il ristoro per i medici morti di Covid. Il Senato ha bocciato l’emendamento che intendeva riconoscere alle famiglie dei 369 medici morti a causa del Covid un contributo di 100mila. Così la politica dimentica quelli che mesi ha definito “eroi”. Indignate le varie sigle associative dei medici italiani, che promettono di dare battaglia, anche fino allo sciopero.
Niente ristoro per i medici morti di Covid
Nessuna cifra da capogiro, ma semplicemente 100mila euro di contributo era il ristoro previsto per i medici morti di Covid. Una cifra, quasi simbolica, che sarebbe dovuta andare alle loro famiglie, quasi come riconoscimento simbolico per l’impegno profuso nella lotta alla pandemia.
Era questo quello che prevedeva un emendamento che intendeva riconoscere un ristoro per i medici morti di Covid. Ma il Senato ha pensato bene di bocciare l’emendamento, visto il parere contrario della Commissione Bilancio.
Durante la discussione in Aula, l’emendamento è stato ritirato e riformulato come ordine del giorno accolto dal Governo. Questo vuol dire che forse un giorno se ne riparlerà: chissà se e quando.
Medici pronti allo sciopero
La varie sigle associative dei medici italiani si sono già dichiarate pronte a dare battaglia. “Siamo passati dagli applausi all’oblio”, ha commentato Alberto Oliveti, Presidente dell’Enpam.
“La mancata approvazione del subemendamento presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù è un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Invitiamo il Parlamento a una riflessione. Dispiace che non si siano trovati i fondi per poter dare un ristoro a queste famiglie che, in molti casi, sono anche rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento”, ha invece commentato il Presidente della Federazione ordini dei medici, Filippo Anelli.
Smi (Sindacato medici italiani) e Snr (Sindacato nazionale area radiologica) propongono lo sciopero. “I medici trattati come Achille da Agamennone sotto le mura di Troia. Utili eroi in battaglia e poi completamente dimenticati quando si tratta di riconoscere il loro sacrificio. Non se ne può più. Lo sciopero che andiamo a proporre unitario di tutte le categorie serve a far capire una volta per tutte che non si può giocare con la pelle di chi l’ha sacrificata per i cittadini e con la pelle dei cittadini stessi, che debbono essere sicuri che chi rischia per loro non rischia inutilmente per l’Agamennone di turno. E siamo certi che i cittadini saranno con noi”, ha dichiarato Fabio Pinto, Segretario Nazionale Area Radiologica SNR.