Il senso della lunga giornata capitolina di Beppe Grillo a Roma è tutto in una frase, pronunciata dopo due ore di incontro con Giuseppe Conte: “Abbiamo fatto una riunione antibiotica per ripristinare il sistema immunitario del Movimento”. Così il garante del M5S dopo il colloquio-fiume con l’ex presidente del Consiglio nello studio del notaio Amato. Il comico si è presentato ai giornalisti assieme a Conte, camminando a braccetto. Un dettaglio non di poco conto perché, checché ne dicano gli avversari politici (anche interni), equivale a una nuova investitura ufficiale del garante.
Grillo a Roma ha incontrato i big del M5S per trovare una via d’uscita
IL QUADRO. La giornata, però, è stata per il Movimento – e non solo per il suo fondatore – molto più lunga e a tratti anche molto delicata. Grillo è infatti arrivato a Roma nel primo pomeriggio per incontrare i big del M5S, allo scopo di trovare una via d’uscita dopo l’ordinanza del Tribunale Civile di Napoli che ha decapitato i vertici (leggi l’articolo).
Il primo faccia a faccia, un colloquio di un’ora e mezzo all’hotel Parco dei Principi, è stato con Luigi Di Maio. Successivamente Grillo ha incontrato Virginia Raggi e per ultimo, come detto, Conte con i suoi legali. Assente il presidente della Camera, Roberto Fico, che al momento ha annullato tutti i suoi impegni perché influenzato. Nel pomeriggio, però, il fondatore ha visto anche la capogruppo in Senato Mariolina Castellone e l’avvocato Andrea Ciannavei.
Il legale, lasciando l’hotel dove alloggiava il fondatore, ha assicurato: “Se Conte resta leader? Non ci sono punti di vista differenti, si rema nella stessa barca per cercare di trovare la soluzione migliore per tutti”. E, alla domanda se il M5S è spaccato, ha replicato: “No, assolutamente”. Come si sa, la bomba è esplosa lunedì scorso, in un momento già molto delicato nel Movimento alle prese con lo scontro tra Conte e Di Maio conseguenza anche delle trattative portate avanti durante l’elezione del presidente della Repubblica.
Sia la nomina di Conte del 6 agosto 2021, sia la modifica dello statuto sono state dichiarate “illegittime”, per il ricorso dei tre iscritti partenopei, Liliana Coppola, Renato Delle Donne e Steven Hutchinson, assistiti dall’avvocato Lorenzo Borrè. Che a scanso di equivoci proprio ieri su Facebook ha precisato: “Non sono stato contattato dagli avvocati di Grillo né da Grillo né da altri del suo entourage. Sono in contatto solo con i miei assistiti”.
KANUMÈ. Al di là delle parole di Grillo, però, le bocche – per espressa richiesta di Grillo stesso – rimangono cucite. Nessuno parla, mantenendo il massimo riserbo su quanto potrebbe accadere. Dall’entourage dell’ex premier parlano tuttavia di un “clima teso. Tornare su Rousseau è complicato da spiegare, a livello politico e legale”: l’eventualità infatti di votare per eleggere il Comitato dei garanti e varare il nuovo statuto M5S sulla piattaforma di Davide Casaleggio non piace a Conte, dopo la battaglia con il figlio del co-fondatore.
La situazione è in una fase di stallo dal punto di vista procedurale, dunque. Non, però, dal punto di vista politico: l’incontro con Grillo avrebbe consentito quantomeno di distendere gli animi tra i due amici-nemici di Conte e Di Maio. Un passo in avanti importante, specie in un momento come questo. Resta, però, come detto, la questione prettamente burocratica.
ROUSSEAU ALL’ORIZZONTE. La parola adesso passa al garante Grillo, che dovrebbe indire nuove votazioni. E all’orizzonte ricompare la possibilità di utilizzare (per l’ultima volta) la macchina del consenso Rousseau. Il co-fondatore sarebbe pronto a commissionare alla piattaforma di Davide Casaleggio la votazione per eleggere il Comitato dei garanti e varare il nuovo regolamento interno che permetta a Conte di tornare alla guida.
Ma è proprio l’ex premier l’ostacolo principale, dopo lo strappo con Casaleggio jr. Ma in queste ore starebbe riprendendo quota ancora un’altra ipotesi: fare subito una votazione per modificare lo statuto, senza eleggere prima il nuovo comitato di garanzia. Ipotesi che Beppe Grillo nei giorni scorsi aveva stoppato per timore di andare incontro a un nuovo ricorso, che il legale dei ricorrenti di Napoli, Borré, si era già detto pronto a intestarsi.
Accanto a quest’ipotesi, però, nelle ultime ore avrebbe preso corpo anche un’altra strada: i legali (Conte compreso) hanno tutti concordato sul fatto che le delibere sono valide alla luce del regolamento del 2018. Dunque il M5S presenterà al Tribunale di Napoli immediatamente istanza di revoca alla luce di questo documento che certifica la piena regolarità, offrendo al giudice della causa di poter prendere atto della validità e quindi efficacia delle delibere contestate. La partita non è finita.