Le urgenze, a sentire chi lo conosce bene, sono due: blindare l’azione di governo da una parte, cementare il Movimento cinque stelle dall’altra. Giuseppe Conte sta lavorando su due fronti che, seppur distinti, viaggiano parallelamente e si guardano costantemente. Proprio per questa ragione ieri il presidente pentastellato ha cominciato dalla questione più gestibile: l’azione di governo. Ha infatti incontrato il premier Mario Draghi.
D’altronde Conte l’aveva annunciato anche nei giorni scorsi: un faccia a faccia per discutere dell’azione politica del governo. “Sono stato qui a nome del Movimento per ribadire la nostra massima compattezza per sostenere e rilanciare l’azione di governo. Non per parlare di caselle di governo, posti o accordi per formare un nuovo esecutivo ma a parlare di urgenze dei cittadini”, ha detto l’ex premier uscendo da Palazzo Chigi dove si è svolto l’incontro.
“Il M5S c’è ed è presente. Non vogliamo parlare di patto di fine legislatura. Draghi è consapevole delle priorità e disponibile a lavorare insieme e può contare sul nostro sostegno. Ci aggiorneremo e incontreremo spesso nell’interesse del Paese che è superiore anche all’interesse dei singoli e delle singole forze politiche”.
L’INCONTRO. Tanti in effetti sono stati gli argomenti di cui si è trattato. Dal rincaro delle bollette – “è assolutamente necessario intervenire con risorse aggiuntive” altrimenti “famiglie e sistema produttivo non potrà avvantaggiarsi della ripresa e il ciclo economico rischia un meno, che non possiamo assolutamente permetterci”, dice Conte; al Pnrr per cui “è importante rispettare tutte le tappe. Inizia ora il momento più difficile ecco perché non potevamo perdere un solo giorno. Raggiunti i 51 obiettivi ora serve la loro messa a terra”, aggiunge il capo del Movimento. Ma è soprattutto di giustizia che si è parlato. Un tema caldo e fondamentale per i pentastellati. E sul quale il Movimento “ritiene che ci debba essere un’importante differenziazione tra politica e magistratura. Non le porte comunicanti, dobbiamo dare chiarezza ai cittadini”.
C’è, però, anche il tema della sanità che resta prioritario: “Ci sono 20 milioni di esami diagnostici accantonati, 1 milioni di operazioni e interventi vari, necessari per i cittadini, accantonati. Occorrono quindi investimenti, sulla salute dei cittadini non possiamo scherzare”. Le priorità del Movimento, sottolinea l’ex presidente del Consiglio, sono “il problema della precarietà e della sicurezza nei luoghi di lavoro: penso alla tragedia del giovane Lorenzo. Anche Mattarella ha toccato questo tema. Qualcuno forse ha abbassato il volume su questi passaggi, il Movimento invece lo ha alzato. È una nostra priorità, priorità condivisa”.
LO SCONTRO INTERNO. All’uscita da Palazzo Chigi Conte non si è negato ai giornalisti neanche sul tema caldo dei rapporti interni al Movimento e con Luigi Di Maio: “Sono qui a parlare delle urgenze dei cittadini e non per discutere di correnti che sono vietate dallo statuto”. Poche parole, ma molto chiare. Che fanno intendere che, se sul governo si prosegue compatti, tra i Cinque stelle le nubi ancora devono essere diradate. Secondo quel che si apprende da fonti informate, la strada più probabile che si percorrerà è quella di un’assemblea allargata anche agli attivisti. Durante la quale non è detto che Conte non possa vestire i panni di avvocato con un’arringa simile a quella pronunciata contro Matteo Salvini ai tempi del Papeete.
Resta, però, una certezza. I pontieri ormai da giorni sono al lavoro (uno di questi, Dino Giarrusso, è stato chiaro proprio su La Notizia, sull’esigenza di colmare le distanze in nome dei principi pentasrtellati). Anche per questa ragione l’idea che sembrava profilarsi inizialmente di espulsioni o messa ai voti si starebbe allontanando. Ci sarà senz’altro un confronto franco, verranno probabilmente chiarite responsabilità e “colpe”. Ma l’obiettivo è fare in modo che le fratture possano ricomporsi (magari con ruoli diversi da quelli tenuti finora), in nome di una coesione fondamentale per la stabilità del Movimento cinque stelle. Staremo a vedere.